«Usati due pesi e due misure» Arezzo s’infuria e lancia accuse
Il sindaco Ghinelli: «Loro salvati, a Etruria dissero no. Una vergogna»
AREZZO «Una vergogna». Il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, entra a gamba tesa sul salvataggio del Monte dei Paschi da parte dello Stato. Non tanto per l’operazione in sé, ma per il paragone con quanto accaduto nella sua città (e non solo) poco più di anno fa, quando l’azzeramento delle subordinate di Banca Etruria mandò in fumo i risparmi di migliaia di famiglie.
«È inaccettabile aver usato due pesi e due misure — tuona Ghinelli — Ed è vergognoso trattare in modo così diverso due popoli e due città che, oltretutto, incidono sulla stessa area della Toscana e condividono la gestione di alcuni servizi». Non solo. Per salvare gli obbligazionisti di Banca Etruria, aggiunge, «bastava un investimento molto meno significativo di quello fatto per Banca Mps. Allora ci fu detto che non si poteva fare perché saremmo incorsi in procedure d’infrazione europea; a un anno di distanza si è potuto fare per un’altra banca. Mi viene il sospetto che questa banca tuteli interessi che riguardano soltanto una parte politica del Paese e non tutti i cittadini».
Una posizione dura che il sindaco si prepara a portare Roma — «Protesterò nelle sedi opportune con questo Presidente della Repubblica», annuncia — incassando, forse a sorpresa, la solidarietà del suo omologo senese: «Ha veramente ragione», ammette Bruno Valentini.
Ma Ghinelli non è l’unico a masticare amaro. C’è un’intera città, la sua Arezzo, pronta a scendere in piazza per urlare il proprio sdegno: c’è da scommettere che la protesta alzerà i toni già oggi, in quella che si prospetta una Vigilia di Natale tutt’altro che serena. In prima linea ci sono, ovviamente, i risparmiatori di Etruria: molti di loro sono ancora in attesa dei rimborsi dal Fondo interbancario. «I rimborsi sono fermi da tempo — spiega la presidente dell’associazione Vittime del Salva-Banche, Letizia Giorgianni — e c’è chi ha fatto domanda a settembre senza nemmeno ricevere una risposta».
Il Fondo interbancario gestisce i risarcimenti ai risparmiatori che hanno visto le subordinate andare in fumo con il salvataggio delle vecchie Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti: ha iniziato a liquidare le prime pratiche, ma le operazioni vanno a rilento. E non riguardano tutti: il rimborso copre l’80% dell’investimento e può essere richiesto da chi si trova in determinate condizioni patrimoniali, dimostrando cioè che non aveva il profilo di rischio adeguato a sottoscrivere quei bond. Il Codacons la aveva definita a suo tempo una «palese discriminazione», stimando che «a fronte di 12.500 piccoli risparmiatori coinvolti nello scandalo, solo 4.000 “fortunati” beneficeranno del rimborso». Ma queste proteste hanno un fondamento? In effetti la strada che si intende seguire per aiutare gli obbligazionisti del Monte dei Paschi sembra diversa: le loro subordinate dovrebbero essere convertite (e riacquistate dal Tesoro) al 100% del valore nominale. «Per quanto riguarda il Monte dei Paschi — spiega ancora Giorgianni — sono stati messi in sicurezza anche gli investitori istituzionali, mentre rimangono azzerati e senza nessuna speranza di rimborso tanti nostri pensionati o disoccupati: restiamo gli unici azzerati nella storia del risparmio. È incredibile che non ci sia la volontà politica di rimediare a quel pasticcio».
Un rimedio che le vittime del Salva-Banche chiedono di individuare, adesso, nelle pieghe del nuovo decreto: lanciano un appello alle forze di opposizione affinché appongano nel Salva-Risparmio interventi migliorativi per tutelare, seppur a scoppio ritardato, anche le loro posizioni. E l’opposizione, almeno, in Toscana, risponde. «Con Mps — afferma, infatti, il coordinatore regionale di Forza Italia, Stefano Mugnai — si sono adoperate cautele che vogliamo vengano estese anche agli altri cittadini, riconsiderando la posizione degli obbligazionisti di Banca Etruria e delle altre banche oggetto di salvataggio lo scorso anno». Poi sarà il tempo di accertare le responsabilità, «eventualmente anche attraverso una commissione d’inchiesta parlamentare» conclude Mugnai.
Mugnai (Forza Italia) Le tutele previste per Mps devono essere estese anche agli altri, poi servirà una commissione di inchiesta