Corriere Fiorentino

La barberia piazza Pier Vettori

I clochard ne hanno fatto la propria residenza. Gli abitanti: «Così non si può andare avanti»

- Giulio Gori

Un barbiere improvvisa­to prende un rasoio elettrico, fa accomodare l’amico sul basamento di un lampione, gli tira su il mento e gli fa la barba. Alla luce del sole.

Nei giardini di piazza Pier Vettori ci sono monti di sporcizia, sull’asfalto, tra le aiuole, sui marciapied­i. E una distesa di cartoni a occupare le panchine. I residenti, tranne i pochi che portano a spasso il cane, disertano la piazza. Che da alcuni mesi è presidiata solo da una quindicina di senzatetto. Non sono giovanissi­mi, qualcuno di loro è decisament­e anziano. Sono italiani, dell’Europa dell’Est, del Sudamerica. Quei giardini sono la loro casa: passano la giornata nei due giardini, in mezzo a una distesa di cartoni di vino, bottiglie di birra e di aranciata apparecchi­ati per terra. Bevono, ascoltano la musica con un piccolo altoparlan­te, alcuni abbozzano qualche passo di danza. E di notte si sistemano sui cartoni appoggiati sulle panchine. Dove spesso è difficile potersi sedere anche di giorno, perché i cartoni sono semza, pre lì, quasi a tener prenotato il posto letto.

Ogni mattina le operaie della cooperativ­a Samarcanda passano da piazza Pier Vettori per pulire i due giardini: raccolgono i rifiuti tra le aiuole, riempiono una dozzina di sacchi neri e li caricano su un camioncino per portarli via. «Ma il nostro è un lavoro quasi inutile — si lamenta una di loro — Mezz’ora dopo che abbiamo finito è tutto sporco un’altra volta». E invece non serve neanche aspettare così tanto: le operaie stanno ancora lavorando, quando un uomo si siede su una panchina, mangia, beve e poi rovescia tutto per terra. Per i residenti, che vorrebbero tornare a frequentar­e la piaz- servirebbe una svolta: «Non ho nulla contro i senzatetto, ma contro il degrado — spiega Marco, uno dei più arrabbiati — Qui vicino c’è un convento abbandonat­o, perché non usarlo per dare un alloggio a chi non ha casa? Magari si potrebbe riscattare questa piazza, pedonalizz­andola in parte e trasforman­do gli stessi senzatetto in giardinier­i».

Tanto più che, nella piazza ormai ridotta a una rotatoria dove passano migliaia di macchine al giorno, a contribuir­e alla sporcizia ci si mettono il Comune e gli stessi residenti: i cassonetti non bastano, straboccan­o, le buste della spazzatura vengono abbandonat­e per terra. Qualcuno si diverte a prenderle a calci. E i rifiuti si sparpaglia­no anche sui marciapied­i.

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