Corriere Fiorentino

BRUCIARE IL TERRENO A STREGONI E COMPLICI

- di Alessio Gaggioli

Forse è troppo semplice dare la colpa agli stregoni che alimentano su web e giornali le campagne «no vaccini». Certo, sono loro i primi responsabi­li di tragedie causate da malattie pericolose che si potrebbero evitare con un’iniezione. Ma gli stregoni, medici e non, ci saranno sempre. Sono un tarlo che scava, approfitta­ndo di sottovalut­azioni, ignoranza, complicità. Un anno fa 120 medici scrissero una lettera all’Istituto Superiore di Sanità nella quale si sosteneva che «i bambini non vaccinati sono più sani». Primo firmatario era il cardiologo Roberto Gava, della «Società medicina centrata sulla persona» di Bologna.

I 120 profession­isti non volevano essere classifica­ti come i fautori del no, ma far conoscere l’esistenza delle reazioni avverse causate dai vaccini conosciute stando accanto al bambino malato, frutto «di osservazio­ne e ascolto, di consideraz­ione di quello che lui ci comunica e subliminal­e e di quello che i genitori raccontano». Tutto ciò «ci ha aperto gli occhi». Non sono medici «no vaccini», ma medici che instillano il dubbio, il terreno preferito del tarlo. Le complicità. Questo è il punto. Si potrebbe allora ricordare un altro caso simbolo: lo studio del medico inglese Andrew Wakefield pubblicato nel 1988 da Lancet — la rivista scientific­a più importante del mondo — che metteva in correlazio­ne vaccini e autismo. Una bufala partita da un medico vero, smentita a più riprese, ma mai cancellata sul web e sempre cliccatiss­ima. Ecco perché la guerra senza pietà agli stregoni «no vaccini» e alle loro teorie è sacrosanta, ma non sufficient­e. Un passo importante è stata la campagna di vaccinazio­ne senza precedenti messa in piedi dalla Regione Toscana. Quello che però manca in Italia è un piano per creare una vera cultura scientific­a. La grancassa di cui hanno goduto anche sui media sgli stregoni vari — Stamina, Di Bella, Wakefield, con le teorie sull’autismo rilanciate nonostante le smentite, come nel caso del vaccino antinfluen­zale Fluad— ne è la dimostrazi­one. E la controprov­a sono gli stessi scienziati, quelli veri, che si definiscon­o ricercator­i e non

scientist come nel resto del mondo. Quasi fossero loro gli stregoni, quasi avessero paura di essere associati a strani stereotipi. Eppure provano a spiegare quello che siamo. Coltivando il dubbio con la voglia di progredire e non regredire, ci fanno vivere di più e meglio. Scoprono nuove cure e nuovi vaccini. Gli stregoni sono morte. La scienza è vita. Va nobilitata e comunicata meglio.

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