Corriere Fiorentino

«Macchiarin­i non truffò i pazienti». Ecco perché

Le motivazion­i dell’assoluzion­e del chirurgo: «Non nascose le difficoltà degli interventi»

- Antonella Mollica

Paolo Macchiarin­i non ha truffato i pazienti e «appare poco credibile l’immagine dell’uomo cinico che passa sopra ogni cosa pur di accaparrar­si il danaro». Quello che invece emerge dall’inchiesta è che «dal punto di vista tecnico-chirurgico Macchiarin­i aveva una manualità che altri non avevano e che gli consentiva di fare interventi che altri non riuscivano ad eseguire e non volevano eseguire». Queste le motivazion­i con cui il gup Fabio Frangini lo scorso settembre ha assolto, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, il chirurgo toracico Paolo Macchiarin­i dall’accusa di truffa e tentata truffa.

Secondo l’accusa Macchiarin­i, nel periodo in cui lavorò a Careggi, dal 2009 al 2012, avrebzient­e be proposto ad alcuni pazienti di farsi operare nel privato perché in ospedale le liste di attesa erano troppo lunghe. Ma il giudice, analizzand­o caso per caso, ha escluso che possano esserci stati raggiri. Come nella vicenda che ha dato il via all’inchiesta. Era stata la moglie di un pa- affetto da metastasi polmonari e al cervello, morto nel luglio 2010, a presentare un esposto contro il chirurgo viareggino che avrebbe consigliat­o l’intervento in Germania sulle metastasi cerebrali prima di operare quelle polmonari. «Ma il chirurgo — spiega il giudice — dice alla donna di rivolgersi anche ad altri centri italiani come Milano o Verona. Hannover è una delle opzioni indicate ma il tenore della conversazi­one non permette di ritenere che ci sia stato neanche il tentativo di indurla ad andare per forza in quel posto. Dal punto di vista logico appare poco credibile che Macchiarin­i potesse intascare soldi per un intervento per una materia che non era la sua in un ospedale nel quale non sembra che operasse lui e che conosceva per fama, essendo all’avanguardi­a in tema di neurochiru­rgia. Appare invece credibile che Macchiarin­i, a fronte della disperazio­ne della moglie del paziente, abbia suggerito dove fare l’intervento al cervello, che avrebbe permesso di fare poi quello ai polmoni e abbia dato un’indicazion­e di massima sul costo dell’operazione. Si fa fatica a immaginare che Macchiarin­i, soggetto così cinico descritto dall’imputazion­e che badava esclusivam­ente al vile denaro, passando sui sentimenti e il dolore delle persone, abbia rinunciato a operare il paziente, nonostante le richieste disperate della moglie, rinunciand­o comunque a un lauto compenso almeno per il suo intervento al polmone. Che Macchiarin­i possa essere sensibile al denaro potrebbe anche essere riconosciu­to, ma da qui a pensare che passi sopra ogni cosa pur di accaparrar­si il denaro con il cinismo descritto nel capo di imputazion­e, non può in alcun modo essere riconosciu­to».

Quanto ai risultati degli interventi, spiega il gup, «Macchiarin­i non nasconde la difficoltà. Anzi, è fin troppo diretto: propone qualcosa che solo lui, o pochi altri al mondo potrebbero fare, comunque non prospettan­do la garanzia della riuscita dell’intervento». E questo, conclude il gup, non si può qualificar­e come truffa.

La tecnica «Aveva una manualità che altri non avevano e che gli consentiva di fare operazioni che altri non riuscivano a fare»

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Il chirurgo toracico Paolo Macchiarin­i, 57 anni, viareggino

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