Debiti e depressione, fine di un imprenditore
Scandicci: ieri l’uomo doveva avere un appuntamento con Equitalia
Doveva andare ad Equitalia per parlare di un debito di circa 20 mila, invece ieri mattina si è tolto la vita all’interno della sua azienda. Il cadavere dell’uomo, un imprenditore di 66 anni che presto sarebbe dovuto andare in pensione, è stato trovato dal suo socio in affari. L’uomo ha anche lasciato un biglietto ai familiari: sul foglio, poi sequestrato dai carabinieri che sono intervenuti nella sede della ditta che si trova a Scandicci, ci sarebbe scritto «Vi chiedo scusa». Sembra che l’imprenditore stesse vivendo una crisi depressiva che probabilmente si è intrecciata alle difficoltà economiche. La salma del 66enne è stata trasferita all’istituto di medicina legale dell’ospedale di Careggi per consentire l’autopsia, come disposto dalla magistratura fiorentina. Una volta terminato l’esame autoptico il corpo sarà restituito ai familiari. Ieri mattina sono intervenuti anche i medici del 118 che però non hanno potuto fare altro che constatare l’avvenuto decesso. «Non sappiamo niente su questa tragedia, ma sappiamo che prima o poi qualcuno dovrà rendere conto dei tanti piccoli imprenditori lasciati soli, alle prese con le banche, la burocrazia e le tasse, senza una via d’uscita», dice il coordinatore dell’esecutivo nazionale e capogruppo in Toscana di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli. «Le istituzioni dovrebbero essere le prime alleate di chi scommette su se stesso. Purtroppo invece Stato e banche sono spesso i primi nemici», conclude. Quello di ieri è il secondo suicidio che avviene a Scandicci nell’arco di pochi mesi. Lo scorso 25 ottobre un pensionato di 71 anni si tolse la vita lanciandosi dal quinto piano di un palazzo. Anche in quel caso i motivi profondi del gesto rimasero ignoti. Sul posto numerose ambulanze e carabinieri. I soccorritori avevano tentato di rianimare il pensionato, ma i tentativi erano risultati vani.