Fiume, piazze, chiese Seravezza piena d’arte
Un museo a cielo aperto grazie agli artisti della cittadina
A Seravezza un’esposizione d’arte contemporanea a cura dell’associazione Cibart in questi giorni di feste ha trasformato la cittadina in una mostra a cielo aperto da ammirare fino al 7 gennaio. Protagoniste le opere di artisti radicati qui, come Giovanni Balderi, Nicolas Bertoux, Ana Maria Alonso, Gustavo Aceves, Christoph Klepser, Silvano Cattai, Marian Van Dongen, Cynthia Sah, David Paolinetti e Meliton Rivera Espinoza. Sul letto del fiume, lì dove il Serra e il Vezza si uniscono per andare a formare il Versilia, sospese a mezz’aria, appaiono le riproduzioni scultoree dei simboli sacri ai Liguri-Apuani, le antiche popolazioni che vivevano in queste montagne e in queste valli in epoca pre-romana: il pennato (pugnale), il cigno, gli Dei delle vette (Pan/Pen) e dei boschi. Altre figure sospese sul fiume, opera di Alfio Bichi, rappresentano invece le varie fasi della tradizionale lavorazione del marmo. Camminando verso il cuore della cittadina, in piazza Carducci, lo sguardo si posa sugli alberi, i pali della luce, i cestini, e tutti gli arredi urbani avvolti in «maglie» ricamate: è la «maglieria urbana», opera di Stefania Dini. Ma è nelle chiese e oratori e sui sagrati che si possono ammirare le opere di maggior pregio. Nella piccola chiesa della Madonna del Carmine, gioiello barocco, espone Lido Marchetti, inventore della «fumografia», un’originale tecnica di «affumicazione» delle lastre di marmo. Sul sagrato del Duomo ci accoglie il Cavallo del messicano Aceves mentre, al suo interno, trovano spazio le sculture in marmo di Giovanni Balderi. È realizzato invece con cuscini d’acciaio, normalmente utilizzati nella fase di taglio dei blocchi di marmo, l’albero di Natale di Nicolas Bertoux. Lo scultore francese, nato come architetto, appartiene a quel gruppo di artisti che di Seravezza ha fatto la sua casa, contribuendo alla crescita culturale del territorio. Dal suo Studio Artco, laboratorio sul fiume di fronte al Palazzo Mediceo, antico opificio prima del ferro e poi del marmo, escono ogni anno grandi e piccole sculture astratte in marmo bianco, che vengono esportate in tutto il mondo. La stessa struttura ospita la Fondazione Arkad, un centro interculturale per favorire i progetti artistici che organizza, fra l’altro, la formazione professionale e l’accoglienza dei giovani. Il frutto di alcuni di questi progetti si può ammirare nel piano sottostante, una lunga galleria ricavata dall’antica sala macchine dell’opificio.
Opere Sculture in marmo, simboli sacri e l’albero di Natale è realizzato con cuscini d’acciao