Una multa per il pasticcio dello spot sulla Loggia
La ditta: le colonne sono state sempre usate. Lo sponsor: nei rendering un’altra collocazione
La certezza è che scatterà una multa. Ma per il «pasticcio di Capodanno» alla Loggia dei Lanzi, quelle due pubblicità installate sulle colonne senza autorizzazioni, è ancora tutto un rimpallo tra i diretti interessati. La responsabilità sta tutta sugli organizzatori del concerto (la pubblicità era dello sponsor dell’evento) che potranno rivalersi su eventuali altri soggetti da cui si ritengono danneggiati.
Non sono bastate 72 ore per risolvere completamente il «mistero della Loggia dei Lanzi». Cioè per capire chi ha deciso di installare due insegne pubblicitarie sulle colonne della Loggia, in vista del concerto di musica classica previsto per Capodanno. Due «teli» che sono state tolti, d’imperio, dopo l’intervento del direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt il 30 dicembre, poche ore dopo che erano apparsi in piazza della Signoria. Tolti perché nessuno li aveva autorizzati, ha spiegato un febbricitante Schmidt già il 30 sera, mentre attendeva i vigili del fuoco che dovevano togliere quelle due insegne.
I diretti interessati intervengono tutti sulla vicenda. Ma, tutti, rimandano in qualche modo la responsabilità agli altri. Una vicenda che, come spiega lo stesso Schmidt, ora è passata nelle mani del nucleo tutela del patrimonio artistico e architettonico dei Carabinieri. «Ho consegnato tutto ai carabinieri e loro stanno interpretando il materiale» spiega il direttore che aveva fatto subito una segnalazione per la violazione dell’articolo 49 del Codice dei beni culturali. Ma per provare a capire come sono andate le cose, partiamo dall’inizio.
Il Comune ha pubblicato un avviso per i concerti di Capodanno. Chi presenta progetti, si assume tutte le responsabilità organizzative e deve assicurare la «sostenibilità economica» dei concerti stessi: «Tutti gli oneri di gestione e realizzazione diretti e indiretti delle iniziative di cui al presente avviso saranno a carico dei soggetti organizzatori» si legge nell’avviso. E ancora, spetta agli organizzatori «l’acquisizione, a propria cura e spese, di ogni autorizzazione, nullaosta, licenza, concessione e qualunque altro titolo abilitante previsto dalle normative di settore e necessario per lo svolgimento delle attività, con particolare riguardo all’autorizzazione della Sovrintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio ove fosse richiesto».
Autorizzazione, almeno per le due pubblicità, che Schmidt — come «autorità» sotto cui ricade la Loggia dei Lanzi — non ha mai concesso agli organizzatori del concerto in piazza Signoria, cioè l’Orchestra da camera fiorentina del Maestro Lanzetta. L’anno scorso analoga pubblicità dello sponsor del concerto in Signoria era infatti posizionata su due strutture esterne alla Loggia, non sui colonnati. Esattamente come era stato indicato anche quest’anno nel rendering inviato allo sponsor, ChiantiBanca, che infatti ora sta valutando le vie legali per il possibile danno di immagine (e la mancata pubblicità, peraltro). Loro, è la spiegazione dell’istituto di credito, hanno solo ricevuto un preventivo ed un rendering in cui le pubblicità non erano sulle colonne.
La ditta Barzagli, che ha installato le due insegne — e che avendo una autorizzazione annuale per l’installazione di queste strutture, non ha avuto problemi ad accedere alla piazza il 30 dicembre — conferma ma dà un’altra versione: «A noi l’incarico ce l’ha dato la ChiantiBanca. Abbiamo un preventivo fatto alla banca». E la collocazione? «No, no, tutti gli anni sono stati installati sulle colonne. Ed era sempre lo sponsor privato a darci l’incarico». Ma i rendering danno ragione a ChiantiBanca: solo che i rendering non sono partiti dalla ditta Barzagli ma dall’organizzatore, cioè il Maestro Lanzetta, che da 19 anni gestisce l’evento in Signoria.
Ora comunque la palla passa agli inquirenti: c’è stata una segnalazione formale ai Carabinieri da parte del direttore Schmidt per violazione dell’articolo 49. E gli uomini dell’Arma hanno già ascoltato le diversi parti in causa. Ma alla fine, pare che la vicenda si concluderà con una semplice sanzione amministrativa.
Schmidt Della vicenda ora se ne occupano i Carabinieri, stanno già sentendo gli interessati