Restauro Oltrarno
Porta San Frediano, lavori in corso: tra un anno la camminata fin lassù
Le impalcature la stanno già ricoprendo: è iniziato il restyling di Porta San Frediano: tra circa un anno la trecentesca porta dell’Oltrarno, con i suoi 35 metri di altezza (100 braccia fiorentine) sarà restaurata, pronta per poi essere aperta al pubblico. I cantieri sono stati appena aperti: in questi giorni sono al lavoro i tecnici della disinfestazione per pulire il sottotetto dal guano degli uccelli che si è depositato nel tempo (gli ultimi lavori di restauro, negli anni Settanta non avevano previsto reti anti-piccione) poi potranno essere montati tutti i ponteggi (per farlo dovrà essere chiusa la strada per due giorni, presumibilmente il 2 e il 3 gennaio) e potranno partire i lavori veri e propri.
«Dopo cinquant’anni, è necessario un restauro delle superfici in pietra, erosi dal tempo e dagli agenti atmosferici, in passato si sono già verificati dei distacchi di pezzi di pietra dalla facciata» spiega il direttore dei lavori Tommaso Muccini. «In più quando avremo modo di arrivare sulla sommità potremo valutare le condizioni del tetto e verificare se ci siano travi da integrare o sostituire».
I cantieri dureranno circa un anno. Poi l’idea del Comune di Firenze è quella di rendere la porta accessibile al pubblico. Per salirci, si potrà usare la scala che esiste già, che però arriva solo all’altezza delle mura, non fino a terra. «Dovrà essere realizzata una scala esterna che da terra si congiunga con quella originale» spiega Muccini. «E potrà essere fatto dopo il restauro, il Comune sta cercando ottenere un finanziamento con fondi europei».
La porta fu costruita fra il 1332 ed il 1334 in corrispondenza di via Pisana, su progetto di Andrea Pisano: in origine era molto più alta, fu ribassata nel XVI secolo come tutte le altre porte delle città, per renderla meno vulnerabile agli attacchi delle artiglierie. Non ha affreschi, ma uno stemma di Firenze in pietra serena, sulla sommità dell’arco, e grandi battenti in legno, originali, pensanti ciascuno circa 130 quintali. Su un lato presenta ancora un tratto delle antiche mura, demolite nell’Ottocento. Oggi, tra le pietre crescono erbacce infestanti, alcune parti della facciata sono annerite dallo smog, da cornicioni e mensole si sono staccati piccoli pezzi, e in alcuni punti la superficie è erosa. La squadra di operai e restauratori dovrà mettersi all’opera per pulire, consolidare la pietra arenaria, rincollare i pezzi a rischio di distacco, stuccare i giunti per evitare infiltrazioni di pioggia, sistemare gli infissi in legno (esclusi i battenti).