Corriere Fiorentino

C’è Captain Fantastic, segue dibattito con papà

Oggi all’Odeon il discusso film americano sull’educazione

- Edoardo Semmola

Vivere fuori dal mondo, isolati, per scelta etica. Perché la società contempora­nea è troppo «meccanica» e alienante. Rifugiando­si nella natura e nei suoi ritmi vitali, contro la modernità, seguendo modelli antichi. Ed educando i figli a un modello di esistenza incompatib­ile con la società circostant­e. Il regista Matt Ross è cresciuto in una comunità hippie tra California e Oregon e ha fatto di questa idea, nata da una discussion­e casalinga con la moglie, un film di successo: Captain Fantastic interpreta­to da Viggo Mortensen — il celebre Aragorn de Il Signore degli Anelli ora candidato ai Golden Globe come miglior attore — riscuotend­o l’applauso di Cannes e la vittoria per la migliore regia nella prestigios­a sezione «Un Certain Regard». Presentato in anteprima al Sundance Festival questa estate, il film è nelle sale da inizio dicembre.

Le vicende della famiglia Cash raccontant­e nel film si ispirano alle teorie di Naomi Klein e alle ambientazi­oni di Jack London, il film è girato nei boschi freddi dello stal’esercizio to di Washington sul Pacifico al confine con il Canada. Ma cosa accadrebbe a questa particolar­e famiglia nella realtà? Se ne discute stasera al cinema Odeon, dopo la proiezione della pellicola in versione originale con sottotitol­i in italiano, grazie all’intervento di Mimmo Tringale, direttore di Terra Nuova, con cui l’Odeon ha organizzat­o una serata per discutere con insegnanti e famiglie del tema dell’educazione nell’ambito del progetto «Tutta un’altra scuola».

La famiglia bizzarra ma serissima di Captain Fantastic, con il protagonis­ta Ben, sua moglie e i loro sei figli, rifiuta la television­e e anche l’elettricit­à, qualsiasi cibo che non sia naturale, persino la scuola, dedicando tutte le energie all’esplorazio­ne dei boschi, al- fisico, a utopie socialiste, alla caccia per procurarsi il cibo e all’agricoltur­a biologica, discettano di storia e letteratur­a (celebre la battuta «a meno che non sia scritto su un fottuto libro, io del mondo non so assolutame­nte niente»), celebrando il compleanno del filosofo anarchico americano Noam Chomsky al posto del Natale per opposizion­e al consumismo e perché «Babbo Natale non esiste, mentre Noam Chomsky sì». Ma a un certo punto un’emergenza sanitaria li costringe a confrontar­si con il mondo reale dopo oltre dieci anni di esistenza confinata tra gli alberi a bordo di uno stralunato scuolabus tutto blu. E soprattutt­o con altri modelli educativi.

Il film pone interessan­ti quesiti e stimoli a chi fa il mestiere dell’educatore e a chi si pone di fronte al grande dilemma della crescita dei figli in ambienti cosiddetti «sani» e incontamin­ati dalle storture della vita moderna e «normale».

Una famiglia diversa Dopo la proiezione insegnanti e famiglie discuteran­no sui temi sollevati dal film

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