C’è Captain Fantastic, segue dibattito con papà
Oggi all’Odeon il discusso film americano sull’educazione
Vivere fuori dal mondo, isolati, per scelta etica. Perché la società contemporanea è troppo «meccanica» e alienante. Rifugiandosi nella natura e nei suoi ritmi vitali, contro la modernità, seguendo modelli antichi. Ed educando i figli a un modello di esistenza incompatibile con la società circostante. Il regista Matt Ross è cresciuto in una comunità hippie tra California e Oregon e ha fatto di questa idea, nata da una discussione casalinga con la moglie, un film di successo: Captain Fantastic interpretato da Viggo Mortensen — il celebre Aragorn de Il Signore degli Anelli ora candidato ai Golden Globe come miglior attore — riscuotendo l’applauso di Cannes e la vittoria per la migliore regia nella prestigiosa sezione «Un Certain Regard». Presentato in anteprima al Sundance Festival questa estate, il film è nelle sale da inizio dicembre.
Le vicende della famiglia Cash raccontante nel film si ispirano alle teorie di Naomi Klein e alle ambientazioni di Jack London, il film è girato nei boschi freddi dello stal’esercizio to di Washington sul Pacifico al confine con il Canada. Ma cosa accadrebbe a questa particolare famiglia nella realtà? Se ne discute stasera al cinema Odeon, dopo la proiezione della pellicola in versione originale con sottotitoli in italiano, grazie all’intervento di Mimmo Tringale, direttore di Terra Nuova, con cui l’Odeon ha organizzato una serata per discutere con insegnanti e famiglie del tema dell’educazione nell’ambito del progetto «Tutta un’altra scuola».
La famiglia bizzarra ma serissima di Captain Fantastic, con il protagonista Ben, sua moglie e i loro sei figli, rifiuta la televisione e anche l’elettricità, qualsiasi cibo che non sia naturale, persino la scuola, dedicando tutte le energie all’esplorazione dei boschi, al- fisico, a utopie socialiste, alla caccia per procurarsi il cibo e all’agricoltura biologica, discettano di storia e letteratura (celebre la battuta «a meno che non sia scritto su un fottuto libro, io del mondo non so assolutamente niente»), celebrando il compleanno del filosofo anarchico americano Noam Chomsky al posto del Natale per opposizione al consumismo e perché «Babbo Natale non esiste, mentre Noam Chomsky sì». Ma a un certo punto un’emergenza sanitaria li costringe a confrontarsi con il mondo reale dopo oltre dieci anni di esistenza confinata tra gli alberi a bordo di uno stralunato scuolabus tutto blu. E soprattutto con altri modelli educativi.
Il film pone interessanti quesiti e stimoli a chi fa il mestiere dell’educatore e a chi si pone di fronte al grande dilemma della crescita dei figli in ambienti cosiddetti «sani» e incontaminati dalle storture della vita moderna e «normale».
Una famiglia diversa Dopo la proiezione insegnanti e famiglie discuteranno sui temi sollevati dal film