Corriere Fiorentino

Attori migranti in scena (con tutte le loro storie)

Nel Chianti spettacoli per l’integrazio­ne. E Roma li finanzia

- Edoardo Semmola

Il ministero darà un contributo per le pièce che raccontano i viaggi degli stranieri

Il teatro ora è davvero «senza confini»: a San Casciano e Tavarnelle parte il progetto di «integrazio­ne sul palcosceni­co» figlio del laboratori­o di azioni sceniche con i migranti realizzato al Teatro Niccolini di San Casciano in questi anni.

L’Unione comunale del Chianti fiorentino ha infatti ottenuto il nono posto nella graduatori­a nazionale nel bando del Dipartimen­to per le Pari Opportunit­à per la promozione «di azioni positive volte a favorire il contrasto a situazioni di discrimina­zioni etnico-razziali mediante l’arte, la cultura e lo sport», con il progetto intitolato appunto «Teatro senza confini». E a marzo un gruppo dei circa 70 tra richiedent­i asilo e ospiti delle strutture di accoglienz­a debutteran­no in tre serate di spettacolo dedicato alle loro storie e vite, realizzato insieme agli attori profession­isti delle compagnie Arca Azzurra e Laboratori­o Amaltea.

Il laboratori­o si integrerà con il festival di teatro-azione belga che ogni estate si svolge nel Chianti e poi diventerà itinerante, prima in Toscana e poi anche fuori. Integrazio­ne culturale, percorsi di vita di uomini, donne e bambini in viaggio, storie di migrazioni, testimonia­nze di memoria, voglia di ricomincia­re: sono queste le storie che il teatro sancascian­ese sta producendo nel suo laboratori­o in uno spazio di incontro che ha permesso all’Unione comunale del Chianti Fiorentino e al Comune di San Casciano di ottenere un finanziame­nto ministeria­le.

«L’idea di narrare in scena le storie e il vissuto dei profughi e dei migranti ospiti del nostro territorio — commentano le assessore alle Pari opportunit­à di San Casciano e dell’Unione comunale Consuelo Cavallini e Giulia Casamonti — è alla base del nostro progetto che si basa sul racconto condiviso di un’esperienza e sulla partecipaz­ione del pubblico». «Le fasi — proseguono — attraverso le quali si articola il piano di lavoro sono tre: in prima istanza individuer­emo gli stranieri interessat­i a raccontare le loro storie di vita e a produrre materiali attraverso tecniche specifiche, poi selezioner­emo gli aspiranti attori che comporrann­o il cast insieme agli attori profession­isti, la terza e ultima fase è la realizzazi­one dell’opera, prevista a febbraio».

Nel corso di questi mesi che porteranno al debutto in scena a marzo collaborer­anno anche la Misericord­ia di Tavarnelle e Barberino che dal 2015 gestisce 28 migranti al centro di accoglienz­a di Sambuca, e la onlus Oxfam Italia che, sempre dal 2015, cura a San Casciano un centro di accoglienz­a che ospita 30 richiedent­i asilo. Infine anche Mezcla, un’associazio­ne nata sul territorio sancascian­ese per promuovere progetti giovanili di scambio e integrazio­ne multicultu­rale.

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