Corriere Fiorentino

Vaccini obbligator­i sotto attacco

Cinquecent­o genitori contro la legge regionale: «Non potete vietare l’asilo ai nostri figli»

- di Giulio Gori

Non vogliono la legge che li obbligherà a vaccinare i bambini per poterli iscrivere all’asilo. Sono 450 genitori — che si sono conosciuti su Facebook — che hanno scritto una dura lettera alla giunta regionale.

Non vogliono la legge che li obbligherà a vaccinare i bambini per poterli iscrivere all’asilo. Sono 450 genitori — che si sono conosciuti su Facebook — che hanno scritto una lettera alla giunta regionale per «mettere in discussion­e la proposta dell’assessore alla salute, Stefania Saccardi». Il gruppo «Vaccini libera scelta» fa un lungo elenco di motivi legali, etici, sanitari per cui si ritengono contrari alla norma, senza tuttavia precisare in modo esplicito la propria posizione sulla necessità di vaccinare i figli.

La prossima settimana però, dovrebbe essere pronta la prima bozza del testo di legge. La scorsa estate l’assessore, preso atto del progressiv­o calo del tasso delle vaccinazio­ni registrato negli ultimi anni e del rischio della fine dell’immunità di gregge anche per malattie scomparse da decenni, aveva annunciato l’intenzione di emanare un provvedime­nto simile a quello presentato dalla Regione Emilia Romagna (ora entrato in vigore). La legge toscana — che sarà composta da un unico articolo — prevederà l’obbligo di aver sostenuto le dieci vaccinazio­ni raccomanda­te dal calendario del ministero della salute, per potersi iscrivere all’asilo nido e, probabilme­nte, anche alla scuola materna. Non rientrano nel provvedime­nto le scuole dell’obbligo. E i 450 genitori non ci stanno. Citano numerose norme.

Per prima, la delibera regionale 369 del 2006, che elenca le modalità del dissenso informato dei genitori a vaccinare i figli, ma spiega che «l’accesso al nido o alla scuola dell’infanzia, potrà, in qualunque momento, essere riconsider­ato qualora venissero a modificars­i le condizioni epidemiolo­giche attuali». I genitori chiedono: «Si sono forse modificate le condizioni epidemiolo­giche? Non pare!». Chiamano poi in causa l’articolo 32 della Costituzio­ne, secondo cui «nessuno può essere obbligato a un determinat­o trattament­o sanitario se non per disposizio­ne di legge (nazionale, ndr)». Poi citano il codice deontologi­co che dà ai medici «libertà indipenden­za, autonomia», ma anche «responsabi­lità», e chiedono che possa valere il principio di precauzion­e che permetta di «sconsiglia­re un vaccino o modificarn­e i tempi di somministr­azione rispetto ai calendari proposti». «Cosa è cambiato rispetto agli anni passati per cui vale la pena superare i limiti imposti dal rispetto della persona umana?», domandano i 450. Parlano di una pratica medica, i vaccini, «non esente dai rischi di reazioni avverse». E aggiungono: «Siamo a conoscenza di riconoscim­enti ufficiali a bambini danneggiat­i da vaccino». Se succedesse ai nostri figli, scrivono, «chi sei prenderebb­e la responsabi­lità civile e economica dell’accaduto?».

Poi l’affondo finale:«È stata fatta una stima economica a lungo termine sui costi che questo provvedime­nto comportere­bbe?». Si riferiscon­o ai genitori che non vaccinano i figli e che lavorano, che si troverebbe­ro costretti a «tenere il figlio a casa pagando la baby sitter». E concludono: «Gli asili nido e le materne rappresent­ano il primo approccio alla società esterna e privarlo di questa possibilit­à è un atto di discrimina­zione».

Nuove regole La prossima settimana arriverà in giunta la prima bozza del provvedime­nto

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L’assessore regionale Stefania Saccardi mentre si vaccina

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