Biffoni dice sì ai Cie in Toscana «Ma diversi»
Il presidente Anci Toscana: d’accordo col Viminale, serviranno per gli irregolari che hanno commesso reati
Matteo Biffoni, presidente Anci Toscana, apre ai Cie proposti dal ministro dell’Interno Minniti: «Ma saranno diversi da quelli di un tempo: piccoli e solo per criminali».
Nel Pd si apre una crepa sui Cie. Dopo l’annuncio del ministro dell’Interno Marco Minniti, sulla creazione di un centro di identificazione ed espulsione di immigrati irregolari in ogni regione, a dire sì ad un Cie nella nostra regione è il presidente dell’Anci Toscana (e responsabile immigrazione per l’associazione Comuni italiani) e sindaco di Prato Matteo Biffoni. Una spaccatura nel Pd, dopo che da tutto il partito toscano a cominciare dal governatore Enrico Rossi era arrivata un no secco? Non proprio. Perché Biffoni sa che i Cie proposti da Roma non sono i «vecchi» Cie, «bocciati dalla commissione d’inchiesta del Senato. Quelli si sono dimostrati un disastro, per la violazione dei diritti umani e la loro inefficacia: un fallimento completo, si sono trasformati in un bivacco, quel modello non è replicabile». E allora, cosa sarebbero questi «nuovi» Cie?
«Il ministro Minniti e il capo della polizia Franco Gabrielli parlano di strutture che
Ci vorrà almeno un anno per realizzarli e al massimo potranno ospitare 500 persone per brevi periodi in vista dell’espulsione Il vecchio modello è stato un fallimento, necessaria una nuova legge
complessivamente dovrebbero ospitare 10 mila persone in tutta Italia». Cifre ben lontane dal numero degli immigrati «sans papier», senza documenti e irregolari, nel Paese, circa 400 mila. «Non sono i vecchi Cie — assicura Biffoni — da quello che abbiamo capito, anche come Anci, si tratta un punto di appoggio, con tempi certi e rispettosi dei diritti costituzionali, che faciliti l’allontanamento dal territorio di quei soggetti che l’autorità giudiziaria ritiene pericolosi perché si sono macchiati di reati, recidivi». Insomma, «servirebbero solo all’allontanamento dal nostro Stato di criminali, con crismi rigorosi, e tempi certi. I Cie non devono diventare un carcere, come è stato in passato».
Buone intenzioni: perché i Cie siano quello di cui parla Biffoni va cambiata la legislazione. «Certo — conferma il presidente Anci — e fondamentale sarà stringere più efficaci accordi per i rimpatri con gli Stati dove devono tornare gli immigrati». Per questo «le strutture di cui parla il ministro, per ogni regione, sono per soli 500 posti. Basta fare una proporzione per capire che non si sta parlando di tutti gli immigrati irregolari: ogni anno, nella sola Toscana, transitano almeno 10 mila richiedenti asilo. Di queste, solo il 60-65% ottiene uno status di rifugiato. Il resto, oltre 3 mila, sarebbero, per la legge Bossi Fini, “immigrati clandestini”. Ma per essere portati nei Cie di cui parla Minniti non basterebbe essere irregolari. In quel caso si tornerebbe ai Cie vecchio stile: e non puoi mischiare la badante ucraina che ha solo perso il lavoro e per questo è diventata “irregolare” con il delinquente che ruba e spaccia». Ma quando, dove e come realizzare questo Cie in Toscana? «Ci vorrà un anno — mette la mani avanti Biffoni — devono avere logistica, accessibilità e sicurezza adeguati: lo deciderà il ministero dell’Intero d’intesa con la Regione». Ma di luoghi possibili? «Al momento non ci sono indicazioni». Dopo l’annuncio di Minitti, era riapparsa la possibilità dell’uso dell’ex area Hangar di Campi Bisenzio. Un’idea che ha fatto infuriare il sindaco di Campi, Emiliano Fossi: «L’area non è più demaniale, è del Comune. Ed è pure un’area esondabile. Non se ne parla ne ora né mai». Ma in realtà era una delle vecchie ipotesi: l’area attualmente è una landa deserta, senza nessuna struttura. Andrebbe attrezzata ex novo.E dalla Prefettura si spiega che nessuna indicazione in questo senso è arrivata da Roma.