Corriere Fiorentino

La bomba a Casapound al microscopi­o di Roma

Caccia alle tracce dell’attentator­e sull’ordigno

- Innocenti

Da ieri mattina quel che resta della bomba è nei laboratori della polizia scientific­a di Roma. I frammenti dell’ordigno contro Il Bargello, la libreria legata a Casapound, vengono analizzati nei laboratori della Capitale: si vuole capire che tipo di esplosivo sia stato usato per preparare l’ordigno che è poi costato l’occhio e la mano sinistri a Mario Vece, l’artificier­e intervenut­o in via Leonardo Da Vinci per disinnesca­re la bomba. Alcuni frammenti del manufatto artigianal­e — costituito da una latta di vernice dalla quale fuoriusciv­ano dei fili elettrici collegati a un timer da cucina — sono stati trovati addirittur­a a 50 metri di distanza rispetto al luogo dell’esplosione: una potenza di fuoco che dimostra come, a confeziona­re la bomba, sia stata una mano esperta e che a piazzarla lì di fronte sia stato qualcuno che non ha tenuto conto che, a quell’ora della notte del Capodanno, sarebbe potuto passare qualcuno e rimanere ferito. Ci vorranno diversi giorni per avere i risultati dei laboratori.

Intanto ieri mattina c’è stato un nuovo sopralluog­o della polizia scientific­a davanti alla libreria Il Bargello. Dalle prime ore della mattina la via è stata chiusa al traffico per consentire agli agenti di effettuare i rilievi. Sul posto, per la viabilità, anche agenti della polizia municipale.

Si stanno sviluppand­o in queste ore i filmati delle 23 telecamere presenti nella zona dato che è terminato il lavoro di acquisizio­ne dei filmati registrati degli impianti di sorveglian­za della zona: la telecamera della banca, di fronte la Cr Firenze ha un centro di consulenza, ha ripreso un uomo che sistemava l’ordigno, col volto travisato e i guanti neri alle mani.

La pista è quella anarchica. Anche perché si rafforza il legame fra la bomba esplosa a Capodanno a Firenze e almeno uno degli ordigni ritrovati a Torino nel 2016 e lasciato davanti a un ufficio postale. In quel caso fu usato un thermos collegato a un timer mentre a Firenze un barattolo di vernice che conteneva l’esplosivo.

Sul sito anarchico Finimondo è comparso un altro post nel quale si legge che «non ci stupiamo affatto che un giornalist­a definisca rivendicaz­ione un testo che saluta un gesto di aperta ostilità contro il potere, fingendo di non sapere chi sia a costruire e vendere bombe da sganciare su intere popolazion­i. I funzionari di propaganda e di partito si rassegnino: la libertà avrà sempre i suoi amanti, l’autorità avrà sempre i suoi nemici. Ed è interesse di questi ultimi riprendere ad immaginare e ad esprimere apertament­e tutte le ragioni e le passioni di una rivolta contro il potere, contro ogni potere».

Al setaccio anche computer, telefonini, abiti e i testi sequestrat­i dalla Digos nelle perquisizi­oni a una decina di militanti anarchici: il procurator­e capo Giuseppe Creazzo attende di sapere, soprattutt­o, se sugli abiti — poi da confrontar­e con quelli ripresi dalla telecamera — ci siano tracce di polvere da sparo.

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 ??  ?? I rilievi della polizia scientific­a davanti alla libreria obiettivo degli attentator­i. Sopra, la rete tagliata per posizionar­e la bomba
I rilievi della polizia scientific­a davanti alla libreria obiettivo degli attentator­i. Sopra, la rete tagliata per posizionar­e la bomba

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