«Indietro non si torna, siamo già scesi sotto la soglia di sicurezza»
Saccardi: liberi di non vaccinare, ma i figli a casa
«La lettera è scritta in modo garbato, ma non ha cambiato di una virgola il mio punto di vista: sono convinta della necessità di una legge che imponga le vaccinazioni per i bambini che si iscrivono all’asilo». L’assessore regionale alla salute Stefania Saccardi annuncia che andrà avanti e che andrà fino in fondo con la legge promessa l’estate scorsa.
I 450 genitori sostengono che la legge non sia giustificata perché non sono cambiate le condizioni epidemiologiche rispetto al passato. È davvero così?
«È cambiato parecchio invece: le coperture vaccinali negli ultimi 3-4 anni sono scese dal 98 a meno del 95 per cento, che è considerata la soglia di sicurezza per garantire l’immunità di gregge. I 450 fanno confusione: le condizioni epidemiologiche non sono le epidemie».
Quanto alla Costituzione che stabilisce il diritto di scelta delle cure?
«Dalla nostra parte abbiamo giurisprudenza “a iosa”. La Corte costituzionale ad esempio ha spiegato che l’obbligo vaccinale si può imporlo quando ci siano condizioni di salute pubblica da garantire. La prima norma di questo tipo risale al 1859 quando entrò in vigore l’obbligo di essere vaccinati contro il vaiolo per iscriversi a scuola o accedere agli uffici pubblici. Oggi, col vaccino, il vaiolo è eradicato».
Però ancora non avete stabilito se la scuola materna è parificata o no a quella dell’obbligo. Se lo è, non potrete imporre la vaccinazione come criterio per l’iscrizione.
«I nostri giuristi stanno studiando questo aspetto. Può darsi che ci sia un problema di competenza, non certo di merito. Ma se non mi diranno che è impossibile farlo, inserirò nella legge anche le materne, e poi vedremo se eventualmente lo Stato impugnerà la norma».
I 450 genitori invocano anche la libertà di scelta dei medici.
«Basti dire che la Federazione degli Ordini dei medici rende passibili di sanzioni disciplinari i medici che sconsigliano la vaccinazione».
Però ci sono casi di bambini che per ragioni cliniche non possono essere vaccinati.
«Certo, e avranno diritto a iscriversi all’asilo. La norma è pensata proprio per proteggere loro. Noi siamo partiti dal caso della bambina di Greve che ha dovuto cambiare scuola perché non poteva vaccinarsi e molti bambini nella sua classe non erano vaccinati per scelta dei genitori, esponendola così a un grave rischio. I genitori parlano di libertà di scelta delle cure: ecco, penso al bimbo di 22 mesi morto di meningite al Meyer perché non era vaccinato; frequentava il nido, e la scelta dei suoi genitori ha obbligato tutti gli altri bambini a sottoporsi alla profilassi antibiotica».
Quanto alle reazioni avverse da vaccino, c’è sufficiente trasparenza?
«I dati toscani finiscono nella banca dati nazionale di Aifa sulla farmacovigilanza. Da quando, dal ’92 c’è la legge sui risarcimenti, in Toscana ne sono stati erogati una ventina, e tutti nei primi anni. I danni da vaccino a confronto dei danni provocati dalle malattie per chi non si è vaccinato, sono come una formica davanti a un elefante». E i costi? «Le malattie costano al sistema sanitario molto più dei vaccini».
I 450 genitori si riferivano ai costi di una babysitter per chi deve tenere il figlio a casa.
«Se decidi che tra le tue priorità nella vita c’è quella di non vaccinare il figlio, allora sostieni i costi della baby sitter. Sei libero di scegliere: o lo fai vaccinare, oppure lo tieni a casa».
I danni da vaccino rispetto a quelli causati dalle malattie sono come una formica di fronte ad un elefante