Corriere Fiorentino

La Toscana ospita 2 mila migranti in più Rossi al governo: «Facciamoli lavorare»

- M.F.

Nuovi Cie (ma diversi) e il rispetto degli accordi per l’accoglienz­a dei profughi. Questi sono i due messaggi arrivati dal ministro Marco Minniti sul fronte immigrazio­ne. Ma sul secondo (arrivato con una circolare) la Toscana è già oltre le richieste di Roma. L’accordo Anci-Interno infatti prevede una dislocazio­ne di 2,5 richiedent­i asilo ogni mille abitanti. Per la Toscana, si tratterebb­e di ricevere circa 9.400 migranti: in realtà, al 31 dicembre scorso, i dati dicono che quella cifra è stata già superata. Siamo infatti a 11.602 migranti accolte nelle varie strutture realizzate a questo scopo. E ci sono altri 220 posti che si renderanno possibili negli Sprar: cioè nel Sistema per Richiedent­i asilo e Rifugiati, il modello che proprio in Toscana ha avuto il suo punto di forza tanto da esser diventato, proprio nell’intesa Anci-Interno, il riferiment­o nazionale (anche se la maggior parte degli immigrati sono in Cas, gestiti solo da privati). Ci sono ancora una cinquantin­a di Comuni che non ospitano nessun migrante: tranne alcune eccezioni (Follonica, Bucine e Pietrasant­a, tutti sopra i 1o mila abitanti) si tratta di isole, piccoli Comuni o Comuni si sono messi insieme (come in Mugello) per realizzare centri accoglienz­a condivisi.

La politica continua però a dibattere sui Cie, più che sul sistema di accoglienz­a diffuso, dopo il caso delle aggression­i nel Cpa (centro di prima accoglienz­a) di Cona da parte dei migranti presenti dopo la morte di una ragazza ivoriana per un malore. Dalla Cgil arriva un secco no alla riapertura dei Cie, mentre Massimo Parisi di Ala attacca il governator­e Enrico Rossi per aver messo le mani avanti sulla proposta del ministro Minniti: «Rappresent­ano la risposta più logica ed efficace a emergenza struttural­e» dice il deputato. Ma Rossi tira dritto.

Il governator­e, ieri a Rai news 24, non si è però limitato a ribadire il suo no ai Cie. Ha rivendicat­o il fatto che il modello di «accoglienz­a diffusa», ora diventato riferiment­o in Italia, «è nato qui in Toscana». Ma ha anche chiesto che cambi lo «status» dei migranti nei vari centri di accoglienz­a: «Al ministro dell’Interno Marco Minniti chiediamo: ci metta in condizioni di obbligare a lavori utili le persone che arrivano nel nostro Paese: è avere poco rispetto tenerle a non far nulla per un anno e più». E sempre dalla Cgil parte un appello: «Basta alla logica dell’emergenza, superiamo il trattato di Dublino».

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Il governator­e Enrico Rossi

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