Adam, il senzatetto morto al gelo
Era malato, ma aveva rifiutato le cure. Palazzo Vecchio: segnalateci chi dorme in strada
La lastra di ghiaccio brilla e non si dissolve nemmeno al sole di mezzogiorno. Quella lamina resiste sotto il giaciglio di cartoni e la coperta. È il letto di fortuna su cui Adam Zbigniew Koziol ha trascorso la notte nel giardino del Lungarno Santa Rosa, con l’unico conforto una confezione di vino da 77 centesimi.
Il clochard polacco, 49 anni, ieri mattina non si è svegliato. A scoprire il corpo senza vita sono stati i passanti. Inutile la corsa dell’ambulanza e i tentativi di rianimazione. Adam era già morto, probabilmente ucciso dal freddo secondo i sanitari. Sul posto anche una pattuglia dei carabinieri dell’Oltrarno. Il pm Giovanni Solinas ha disposto accertamento esterno sul cadavere che sarà eseguito lunedì. Adam viveva tra San Frediano e piazza Pier Vettori, ma il suo sogno era un altro. Era arrivato in Italia venti anni fa alla ricerca di una vita nuova e di un lavoro. Ma quel progetto era presto naufragato. Nel 2014 poi era approdato a Firenze. Con il suo bagaglio essenziale — due buste con un maglione, spazzolino e sapone — si spostava tra le panchine di piazza Pier Vettori e il presidio Asl di Lungarno Santa Rosa. «Veniva qui per lavarsi con l’acqua calda — ricorda un dipendente della Asl — poi si sedeva accanto al termosifone insieme ad altri e lì attendeva che qualcuno gli pagasse un caffè o un panino». Era conosciuto dalla gente del quartiere. «Era una persona mite che s’innervosiva solo quando beveva», aggiunge un commerciante. «Adam era riservato e non amava parlare del suo passato», aggiunge uno dei senzatetto con cui divideva il giaciglio nel giardino del Gasometro. «Tutte le sere gli ripetevamo la stessa cosa: non bere troppo altrimenti dimentichi di coprirti. Ma Adam aveva la testa dura, non ascoltava nessuno. Tracannava anche quattro litri di vino al giorno. Diceva che gli facevano dimenticare i suoi guai, che solo così stava bene».
Il polacco era conosciuto anche da volontari e operatori delle strutture per l’accoglienza invernale. Fino a marzo scorso aveva dormito all’albergo popolare di via della Chiesa. Poi aveva preferito la strada ed era ritornato nel giardino del lungarno. Lì gli operatori lo hanno incontrato l’ultima volta un paio di settimane fa per offrirgli un riparo, ma lui ha rifiutato l’accoglienza. Si è accontentato delle coperte e di un pasto. Anche ieri sera, i volontari lo hanno cercato al lungarno Santa Rosa, ma lui non c’era. «È un giorno triste» dice l’assessore Sara Funaro che esprime cordoglio anche a nome di Palazzo Vecchio per la morte dell’uomo. «Invitiamo i cittadini a segnalare chi dorme per strada: le loro indicazioni possono salvare una vita».