Corriere Fiorentino

Conferenza, arte, premio: sarà l’anno di Giotto

Via alle iniziative per i 750 anni dalla nascita. Giani: «Anche una mostra con gli Uffizi»

- Ivana Zuliani

Nacque contadino, divenne l’artista che rivoluzion­ò la pittura. Giotto di Bondone fu uno dei protagonis­ti della Firenze tra il XIII e il XVI secolo: il Consiglio regionale della Toscana, a 750 anni dalla nascita, celebra il pittore con un anno di iniziative, che partono oggi (data del giorno della morte, avvenuta l’8 gennaio 1337) con una conferenza nel Palazzo del Pegaso a Firenze, insieme alla storica dell’arte Cristina Acidini, presidente dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, di Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale e di Roberto Izzo, sindaco di Vicchio. Dopo l’incontro sarà deposta una corona sulla tomba del pittore, nella cattedrale di Santa Maria del Fiore.

Nel corso del 2017 saranno poi organizzat­i altri appuntamen­ti dedicati al maestro: un convegno in primavera, una mostra di artisti contempora­nei a lui ispirata, e un premio d’arte, che diventerà annuale, a lui intitolato. Inoltre «con il direttore degli Uffizi siamo in contatto per una mostra con il materiale di proprietà del museo» spiega Eugenio Giani, sottolinea­ndo che «è importante che le istituzion­i si impegnino per celebrare l’anniversar­io giottesco».

Giotto, il «contadinel­lo di Vicchio» a cui si devono il Campanile del Duomo di Firenze, che porta il suo nome, e opere come il Crocifisso nella Basilica di Santa Maria Novella a Firenze, gli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova e quelli della basilica di San Francesco ad Assisi, «è stato uno dei più grandi maestri della storia dell’umanità e l’ispiratore della pittura moderna — dice Giani — Prima la pittura rappresent­ava un’icona, l’astratto del surreale, con lui inizia a raffigurar­e la realtà, la vita». Nato nel 1267 a Vespasiano, vicino a Vicchio, Giotto fu scoperto dal maestro Cimabue. Si formò a Firenze, ma poi divenne famoso in tutta Italia, e fondò una propria bottega. Tre anni prima della scomparsa fu nominato capomastro del cantiere per la realizzazi­one della torre campanaria del nuovo Duomo fiorentino, in costruzion­e: ancora oggi in tutto il mondo è conosciuta come il Campanile di Giotto. «Fu uno dei pochi artisti ad essere portati in gloria anche in vita» afferma il presidente del consiglio regionale. Ai suoi funerali la chiesa di Santa Reparata (su cui poi fu eretta la cattedrale, che accoglie ancora oggi le sue spoglie) era stracolma di fiorentini venuti per rendergli omaggio. Insieme a Dante, Giotto diede il segno all’epoca a cavallo tra il 1200 e il 1300 «quando la Toscana era la Regione che guidava l’Italia — ricorda ancora Giani — Dante diede inizio alla nuova letteratur­a, Giotto alla pittura moderna. A legare i due grandi fiorentini c’è anche un’opera d’arte: il ritratto del giovane Alighieri, nelle decorazion­i della Cappella della Maddalena al Museo del Bargello è da attribuire, se non proprio a Giotto, alla sua scuola.

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Il Crocifisso di Giotto in Santa Maria Novella
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Il Campanile di Giotto

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