Poesia, potere, violenza A Prato Virgilio brucia
Fabbricone, lo spettacolo della compagnia Anagoor
Nata nel 2000 a Castelfranco Veneto, la compagnia Anagoor è una delle più interessanti realtà del teatro sperimentale italiano. Un collettivo che negli ultimi tre lustri si è saputo costruire una solida reputazione e che sbarca ora in Toscana con un doppio appuntamento: al Cantiere Florida di Firenze ieri ha presentato Rivelazione: sette meditazioni intorno a Giorgione e da domani a domenica (feriali ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30) sarà al Teatro Fabbricone di Prato con uno dei loro spettacoli più celebri, Virgilio brucia.
Il primo è una conferenzaspettacolo nella quale la narrazione dell’enigmatica esistenza di Giorgione e l’indagine sulla sua produzione artistica sono lo strumento con cui raccontare Venezia al massimo del suo splendore, e cioè a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Con la complicità di Laura Curino la compagnia narra del pittore attraverso gli occhi di chi — come gli stessi Anagoor — lo frequenta fin dall’infanzia e lo ha ormai sovrapposto alle immache gini del quotidiano, rivelandolo per storie concentriche all’ospite stupefatto e preso per malia (la Curino). In questa sorta di poetica lezione d’arte sono raccontati l’artista, il suo tempo, le sue opere e il clima misterico che le pervade. Silenzio, natura umana, desiderio, giustizia, fede, diluvio e tempo sono i temi che nutrono le sette contemplazioni di altrettante opere di Giorgione: la Pala, i ritratti, la Venere dormiente, la Giuditta, i Tre filosofi, la Tempesta, il Fregio. Alla Pala e al Fregio, le due opere conservate a Castelfranco, il compito di aprire e chiudere il cerchio di questo piccolo e prezioso firmamento.
Poesia e potere, bellezza e violenza, storia e memoria sono invece al centro di Virgilio brucia, prova ad affrontare questi temi entrando nel laboratorio dell’intellettuale che ha cantato l’avvento della Roma imperiale. Su Virgilio grava infatti il pregiudizio storico di essere stato il cantore di Augusto, colui che spense ogni residua speranza di ristabilire una repubblica nell’Antica Roma. Un poeta che si vuole al servizio dell’ideologia imperiale, in cui Anagoor però individua delle incrinature: punto d’attacco due canti dell’Eneide (il II e il VI), dove sono narrati la violenza della distruzione di Troia, la rinuncia all’amore con l’abbandono di Didone sulle spiagge cartaginesi e il viaggio nell’oltretomba, cesura definitiva con il passato, relegato a memoria. Così lo spettacolo diventa occasione per riflettere sul rapporto tra arte e potere, sulla funzione della cultura e della memoria, sulla violenza della guerra e sulla classicità, andando oltre le opere del poeta latino fino ad arrivare alle creazioni artistiche della stessa compagnia.
Significati Il testo è l’occasione per riflettere sul rapporto tra la cultura e il potere