Corriere Fiorentino

«L’Unità» chiude Staino: Matteo mi ha lasciato solo

Via alle lettere di licenziame­nto collettivo. L’ira del direttore-vignettist­a

- di Claudio Bozza

L’Unità licenzia tutti, il giornale fondato da Antonio Gramsci è di nuovo a un passo dalla chiusura. Il suo direttore, Sergio Staino, è furibondo con Matteo Renzi: «All’ultima Leopolda ci ha pure vietato che gli strilloni distribuis­sero il giornale all’interno della kermesse renziana». Le lettere di licenziame­nto collettivo annunciate dall’azienda ieri mattina sono una doccia gelata per i lavoratori e un altro duro colpo all’immagine del Pd, a poco più di un mese dalla batosta del referendum costituzio­nale. Un boccone amaro anche per il tandem toscano, il direttore Staino e il condiretto­re Andrea Romano, ai quali Renzi a settembre aveva affidato il rilancio del quotidiano in vista del voto sulle riforme.

Proprio Staino, oltre a parole di fuoco contro il socio di maggioranz­a, il gruppo Pessina, critica con durezza l’ex premier e segretario Pd: «Come si è arrivati a questo tracollo? Stavamo facendo di tutto per tagliare stipendi e costi, poi ci hanno dato questo ceffone vigliacco». Pentito di aver accettato questa sfida? «Assolutame­nte no, siamo pieni di belle lettere da parte dei lettori. Però è mancato totalmente il sostegno politico — si sfoga il direttore-vignettist­a — da quando Matteo (Renzi, ndr) mi ha chiamato come direttore io non l’ho più visto. Il Pd tutto ci doveva dare una mano e non l’ha fatto: non ci hanno coinvolto negli eventi sul territorio, non ci hanno sostenuto con i circoli e acquistand­o copie e abbonament­i. Insomma, a parte i primi giorni in cui tanti politici si sono fatti fotografar­e con l’Unità in mano, perché faceva chic, nessuno ha mosso più un dito. E poi, quel divieto alla Leopolda io ancora non l’ho digerito. Comunque vada a finire questa sfida — chiude Staino — io rimarrò fino all’ultimo secondo a lottare assieme ai nostri giornalist­i».

Proprio per oggi è fissato un delicatiss­imo consiglio di amministra­zione di Unità srl, società che edita il quotidiano, presieduta da Chicco Testa (in quota renziana) e dall’amministra­tore delegato Guido Stefanelli (gruppo Pessina). I rappresent­anti di Eyu, fondazione che fa capo al Pd e proprietar­ia del 20% delle quote, avrebbero intenzione di ricapitali­zzare con un milione, a patto che il gruppo Pessina (socio di maggioranz­a con l’80%) facesse altrettant­o con almeno 4 milioni di liquidità. Difficile che succeda. Ai vertici del Pd risulta che l’Unità perdesse ormai oltre 400 mila euro al mese: una falla insostenib­ile, ad appena un anno e mezzo dal ritorno in edicola, voluto con forza da Renzi. La ricapitali­zzazione sarebbe l’unica strada per tenere in vita il foglio gramsciano. Ma, arrivati a questo punto, le fidejussio­ni non bastano più. Lo scontro tra i soci verte proprio su questo punto, con il Pd che rivendica di aver messo mano al portafogli con un sostegno economico importante, contestand­o duramente al gruppo Pessina di non aver fatto altrettant­o. Il prossimo passo è ora quello della messa in liquidazio­ne di Unità srl, con la chiusura del giornale fu comunista in versione cartacea, i cui costi di stampa e distribuzi­one sono insostenib­ili, specie con una raccolta pubblicita­ria quasi inesistent­e. Uno scenario che era nell’aria già da tempo, ma che il segretario Renzi aveva congelato almeno fino al 4 dicembre scorso, perché sarebbe stato un colpo d’immagine troppo negativo. E perché Renzi, che dopo l’estate aveva chiamato Sergio Staino a dirigere l’Unità proprio per la volata pro referendum, contava anche su questa spinta. L’obiettivo del Pd è ora quello di far rinascere il giornale nella sola versione online, visto che i clic di unita.tv sembrano garantire un discreto riscontro di pubblico e costi decisament­e inferiori, condizioni che consentire­bbero di riassorbir­e almeno parte dei 32 giornalist­i. Fonti del Nazareno riferiscon­o di «sconcerto e rammarico», dopo aver appreso della decisione dell’Ad di procedere all’invio di lettere di licenziame­nto collettivo e «ciò, non solo senza aver interpella­to il socio di minoranza ma, peggio, senza alcun preavviso nei confronti dei lavoratori».

Strappi All’ultima Leopolda hanno pure vietato che i nostri strilloni distribuis­sero il giornale all’interno della kermesse Passerelle Ci è mancato totalmente il sostegno politico A parte i primi giorni, quando in tanti si sono fatti fotografar­e con «l’Unità» sotto braccio

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 ??  ?? Il vignettist­a Sergio Staino, da settembre direttore de «l’Unità», con il segretario del Partito democratic­o ed presidente del Consiglio Matteo Renzi. A destra, una vignetta con Antonio Gramsci insieme a Bobo
Il vignettist­a Sergio Staino, da settembre direttore de «l’Unità», con il segretario del Partito democratic­o ed presidente del Consiglio Matteo Renzi. A destra, una vignetta con Antonio Gramsci insieme a Bobo
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