Bernardeschi, un lampo nel gelo
Chievo battuto nei minuti di recupero grazie a un calcio di rigore contestatissimo dai veneti Fiorentina sotto tono: non riesce a sfruttare neanche la superiorità numerica. Ai quarti ora c’è il Napoli
L’ira di Maran: «Tuffo in area e c’era un fallo per noi». Domenica al Franchi arriva la Juve Polemiche
Stavolta i quarti di coppa di Italia ci sono, ma per agguantarli è servito un generoso rigore all’ultimo minuto. In pieno recupero l’ex Gobbi sfiora appena Bernardeschi che cade in area e segna, da leader, il penalty che vale la trasferta di Napoli (si giocherà martedì 24 gennaio in gara secca con inizio alle 20,45). Inutili le proteste del Chievo e i capannelli intorno all’incerto arbitro Celi: la Fiorentina si prende la qualificazione e adesso punta la Juventus che domenica sera arriva al Franchi. «Il rigore c’era — giura Bernaredeschi a fine partita — mi sono sentito toccare e sono caduto. Il mio futuro? Per ora sono qui, sto bene e penso a vincere le partite con la Fiorentina. Poi si vedrà».
Nel gelido deserto del Franchi (temperatura intorno allo zero e appena seimila spettatori paganti) battere l’incerottata squadra di Maran però è stato più difficile del previsto. Certo, la traversa di Bernardeschi su punizione e il paloflipper di Chiesa nella ripresa potevano meritare maggior fortuna, ma anche in questa prima uscita del 2017 i viola mettono in mostra i soliti limiti. Di gioco prima di tutto, visto che la squadra di Paulo Sousa si affida quasi esclusivamente alle iniziative personali più che al fraseggio corale. Badelj in mezzo si limita al compitino senza dare ritmo alla manovra, Zarate è il solito solista, mentre il quasi cinese Kalinic (preferito a Babacar) spara a salve. Su Nikola a proposito, Sousa spiega la scelta con la massima trasparenza: «Finché sarà qui lo considererò un giocatore importante della squadra. E giocherà». I rumors cinesi insomma non mutano di una virgola le gerarchie, tanto che Babacar è rimasto in panchina per tutta la partita. Tornando alla cronaca, la serata cambia qualche secondo prima dell’intervallo: Tomovic lanciato verso l’area di rigore viene atterrato da Radovanovic che, già ammonito, è inevitabilmente cacciato dal campo. In superiorità numerica la Fiorentina e prova a sciogliere il ghiaccio. Berna è il solito trascinatore e una bella incursione di Chiesa crea brividi a Sorrentino, salvo solo per il palo e il clamoroso errore successivo di Kalinic sotto porta.
La vampata viola però dura poco, anche perché Maran piazza Gamberini in difesa e disegna un arcigno 3-5-1, mentre Zarate si fa cacciare per un fallo da dietro che Celi (a dire il vero con un accesso di severità) punisce con il rosso diretto. In 10 contro 10 Sousa decide per l’azzardo, toglie Maxi Olivera e mette Ilicic, Chiesa diventa terzino sinistro in un modulo incomprensibile e il Chievo ha vita facile in contropiede. Tatarusanu però salva su Castro e il Franchi tira un sospiro di sollievo. L’epilogo invece è quello già descritto, con Berna («Sta crescendo sotto tutti i punti di vista e può continuare a farlo», ammette Sousa) che segna il suo undicesimo gol stagionale, il pubblico che festeggia con i cori anti-Juventus e il Chievo («La sconfitta brucia tantissimo, quello di Bernardeschi è stato un tuffo incredibile e prima ancora di quel contatto Spolli aveva subito un fallo evidente», urla Maran a fine gara) che se la prende con Celi: «Non commento le decisioni degli arbitri, in campo e fuori faccio il possibile per aiutarli — chiude Sousa — sono felice per la vittoria e per aver evitato i supplementari. Non mi è piaciuta la gestione della nostra superiorità numerica, su questo dobbiamo migliorare perché non è possibile concedere tanti contropiedi agli avversari. Abbiamo giocato una buona partita e speso tanto, ma ora dobbiamo ricaricare le pile e recuperare tutti i giocatori perché domenica abbiamo una partita importante».
Già, al Franchi arriva la Juventus campione d’Italia e prima in classifica. E per tenerle testa servirà tutta un’altra Fiorentina.