Corriere Fiorentino

Strage Erasmus, la Spagna riapre l’inchiesta

Sì al ricorso dopo l’archiviazi­one. Nardella: ora la verità

- Faetti

Sentenza ribaltata: si farà il processo per l’incidente del bus Erasmus costato la vita a tredici ragazze, tra cui tre toscane. Il tribunale di Amposta in Spagna ha accolto il ricorso presentato dalle famiglie delle vittime contro l’archiviazi­one, decisa a novembre.

Sentenza ribaltata: si farà il processo per l’incidente del bus Erasmus costato la vita a tredici ragazze. Il tribunale di Amposta in Spagna ha accolto il ricorso presentato dalle famiglie delle vittime contro l’archiviazi­one, decisa a novembre, del procedimen­to penale sul dramma che si è consumato a Freginals, Catalogna, lo scorso 20 marzo, quando l’autobus su cui viaggiano delle studentess­e ha sbandato lungo l’autostrada AP-7, fino ad invadere la corsia opposta e a schiantars­i sul guardrail.

Sette le italiane uccise, tra cui le tre toscane Valentina Gallo di Firenze, Elena Maestrini di Gavorrano e Lucrezia Borghi di Greve in Chianti. La decisione di archiviare l’inchiesta, sentenziat­a dal giudice Gloria Granel Rul, aveva acceso molto polemiche, anche perché arrivata nonostante l’autista del bus, unico indagato per lesioni e omicidio colposo plurimo, non è ancora stato interrogat­o ufficialme­nte dalle autorità spagnole.

«Viste le risultanze delle investigaz­ioni non si ravvisa una responsabi­lità così grave da essere punita penalmente»: le motivazion­i del giudice per l’archiviazi­one, facendo leva sui risultati negativi ai test tossicolog­ici sostenuti dall’autista. Ma ora, il nuovo giudice di Amposta, non solo ha accolto il ricorso delle famiglie, ma anche imposto che un giudice istruttore ascolti il conducente per un interrogat­orio ufficiale.«Una buona notizia: saremo più vicini a fare giustizia» dice l’avvocato spagnolo delle famiglie delle vittime Joquim Fibla. «Non cerchiamo vendetta, ma giustizia» dice Paolo Bonello, padre di Francesca, ragazza ligure vittima dell’incidente. «Ora spero che l’inchiesta chiarisca tutto — continua — Non è stata una tragedia casuale, ma nata da un viaggio, organizzat­o in modo demenziale perché imponeva una tabella di marcia massacrant­e».

Le famiglie delle vittime infatti sono convinte che possano esserci anche altre responsabi­lità sull’accaduto, legate alle scarse misure di sicurezza sia della società che gestisce quel tratto autostrada­le ma anche dell’associazio­ne parauniver­istaria che organizzò il viaggio a Valencia per la festa dei fuochi, finito poi in tragedia. «Siamo solo che felici di questa decisione – dice Luigi Dei, rettore dell’Università di Firenze – Ora ci saranno indagini più approfondi­te che porteranno alla luce tutte le responsabi­lità». Soddisfatt­o anche il sindaco di Firenze Dario Nardella: «Adesso la vicenda potrà trovare un finale diverso, che faccia piena luce sull’incidente e che possa aiutare a mettere in atto misure idonee per la prevenzion­e di fatti simili».

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Lucrezia Borghi, Valentina Gallo ed Elena Maestrini, le tre ragazze rimaste uccise nell’incidente di Tarragona costato la vita a sette italiane

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