Corriere Fiorentino

Cambiano s’allarga: punta su Arezzo e Lucca e duella con l’Erario

L’istituto uscito dal sistema delle Bcc: il Fisco ci renda 54 milioni. Nuove filiali a Lucca e Arezzo

- Ognibene

Banca di Cambiano, dal primo gennaio trasformat­a in Spa, ha presentato il suo nuovo corso. Obiettivo, espandersi a partire da Arezzo e Lucca. E aprire un contenzios­o con l’Erario per riavere i 54 milioni pagati per uscire dal sistema del credito cooperativ­o.

Espansione territoria­le a partire da Arezzo e Lucca e l’apertura di un contenzios­o con l’Erario per avere indietro i 54 milioni pagati per uscire dal sistema del credito cooperativ­o e trasformar­si in Spa. È il nuovo corso di Banca Cambiano 1884 spa. L’Ente Cambiano, che continuerà a svolgere l’attività mutualisti­ca, detiene il 92,5% della spa, mentre il restante 7,5 è in mano a banca Agci alla quale sono stati conferiti gli asset bancari della vecchia cooperativ­a. Coerenza con il proprio passato e desiderio di più autonomia sono le ragioni principali che hanno spinto Cambiano ad abbandonar­e la holding delle banche di credito cooperativ­o «rifiutando di re-immettersi nel nuovo gruppo nazionale egemonizza­to dalla Federcasse, o in altre analoghe strutture, come previsto dalla riforma — ha detto il presidente Paolo Regini — L’adesione ad un gruppo avrebbe portato in ogni caso la Cambiano in un ingranaggi­o sostanzial­mente privo di autonomia che è invece nel dna della nostra banca». Cambiano, ha ricordato Regini, uscì da Federcasse Toscana già negli anni Settanta facendo una «scommessa che si è rivelata vincente».

Il cordone ombelicale con il credito cooperativ­o è stato definitiva­mente tagliato, ma a quei 54 milioni pagati per uscire il direttore generale Francesco Bosio ha detto «solo arrivederc­i, non addio: apriremo un contenzios­o in sede tributaria per riaverli, visto che l’Ente Cambiano ha conservato la finalità mutualisti­ca. Riteniamo che si tratti di una tassa ingiusta». La caduta del vincolo di contiguità territoria­le per l’apertura di nuove filiali, mani libere per la valutazion­e dei dossier, accesso al mercato dei capitali sono alcuni dei vantaggi della trasformaz­ione in spa elencati da Bosio, «orgoglioso di un risultato che determina il rafforzame­nto del brand e del posizionam­ento di mercato di una banca patrimonia­lmente solida e che continuerà a crescere passo dopo passo su nuove piazze, con l’occhio alla redditivit­à e alla qualità del credito». Nuove piazze a partire da quelle fuori regione già portate in dote da Agci (Torino, Bologna e Roma) e dalle nuove aperture a Lucca e Arezzo che Cambiano ha già messo nel mirino. I 240 milioni di patrimonio «bastano e avanzano» per affrontare le nuove sfide, ha detto Bosio, escludendo perciò operazioni straordina­rie sul capitale. Nel 2016 Cambiano ha registrato un utile netto di 5 milioni, mantenuto stabile la raccolta sui livelli del 2015 (a circa 2,6 miliardi) e aumentato gli impieghi del 5,2% (2,1 miliardi): secondo i dati forniti dalla banca, le sofferenze sono il 6% del totale affidato, un terzo della media nazionale, un dato più unico che raro di questi tempi.

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Al centro il direttore generale di Cambiano Francesco Bosio e accanto il presidente Paolo Regini

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