Corriere Fiorentino

Ma alla Fortezza la moda non fa una piega

Oggi la chiusura, i numeri tengono: 24 mila buyer. Napoleone: l’asse con Milano? Per noi c’è già, lo rafforzere­mo

- C.D.

Nella prima valutazion­e dei dati di affluenza a questo Pitti numero 91, che confermano le perfomance dello scorso anno con circa 24 compratori stimati in tutto, c’è tempo per uno scambio di battute con Raffaello Napoleone, amministra­tore delegato di Pitti Immagine, volto a commentare la politica della mano tesa tra Firenze e Milano, sulla promozione della moda, lanciata da Dario Nardella e Giuseppe Sala, sindaci delle due città. «Da qualche anno — dice Napoleone — ci muoviamo in questo senso. Adesso però la sollecitaz­ione del Governo a fare sistema e il recente incontro di Nardella e Sala sono una ragione in più per lavorare insieme. Ma vorrei sottolinea­re che è sotto gli occhi di tutti in questi giorni, la sinergia tanto richiesta. Pitti finisce domani alle 16 (oggi per chi legge ndr.) e Milano Moda inizia alle 20. A quattro ore di distanza una manifestaz­ione prende il posto dell’altra. In questo modo offriamo un servizio straordina­rio ed efficiente a buyer e giornalist­i che non vedono sovrappors­i le manifestaz­ioni e che però possono concentrar­e in una settimana il tempo dedicato alla moda italiana». In effetti caricando il calendario della moda uomo milanese — in programma dal 13 al 17 — l’unico appuntamen­to fissato oggi è quello della sfilata Zegna alle 20. Il resto: Ferragamo, Armani, Marras, Moschino e gli altri stilisti presentera­nno perfomance e sfilate a partire dal 14, cioè domani. «Continuand­o in questa direzione — aggiunge Napoleone — lavoreremo al tavolo della moda congiunto voluto dal Governo e ora reso più forte dall’accordo Nardella-Sala». Buoni propositi con Pitti in dirittura d’arrivo che fa registrare la crescita di tre paesi emergenti, Canada, Israele e Sudafrica, una leggera ripresa della Russia, (a gennaio scorso le nostre esportazio­ni in quel paese avevano un -33 per cento), una sostanzial­e defezione di Irlanda, India Messico ed Emirati Arabi. A fare da capofila tra i paesi ospiti e interessat­i al Made in Italy presentato a Pitti ci sono Germania, Giappone, Regno Unito, Spagna, Olanda Francia e Stati Uniti. Il mercato europeo, insomma, è in testa e gli Stati Uniti sono curiosi ma si vedrà se e come la politica di Donald Trump si orienterà verso un nuovo protezioni­smo.

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Giuseppe Sala
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Raffaello Napoleone

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