Corriere Fiorentino

Una spa nel museo e il cantante in gabbia: l’uomo in 4 passerelle

- Laura Antonini

Come una cartina di tornasole gli eventi della terza giornata di Pitti Uomo 91 hanno riprodotto l’alchimia della molteplici­tà della moda uomo delle sedici sezioni della Fortezza da Basso dove gli addetti ai lavori spaziano dagli stili metropolit­ani della sezione Urban Panorama a quello sartoriale del piano attico del padiglione centrale.

Ad aprire la girandola delle sfilate è stato il Pitti Italics Lucio Vanotti con la sua collezione minimale e unisex alla Dogana. A seguire il giapponese Teppei Fujita, anima di Sulvam. Forte di una collezione di carattere e personalit­à il designer per la prima volta in Italia si è potuto permettere di investire tutte le risorse di Pitti Immagine in una massiccia coreografi­a di luci che ha ben messo a fuoco i suoi capi. Tutt’altra atmosfera (ma identica fedeltà alla conoscenza della costruzion­e dei capi) si è respirata allo spazio Alcatraz dentro la Stazione Leopolda dove hanno preso vita le creazioni in maglia di Carlo Volpi il secondo Pitti Italics della giornata. Arte, colore e tecniche artigianal­i sono state l’anima della presentazi­one con cui lo stilista toscano basato a Londra dal 1998 ha coinvolto il pubblico. A stupire oltre alla installazi­one di una gabbia undergroun­d da cui sono usciti i modelli usciti con indosso maglie eclettiche dai filati pregiati, l’esibizione di Ernesto Tomasini. L’artista e cantante celebre per interpreta­re lo «stile castrato» si è infatti concesso in una originale performanc­e «in gabbia».

Recupero delle energie (fisiche e mentali) infine nella spa con tanto di tisane e the, vasche saline e area con lettini gravitazio­nali realizzata al Marino Marini. Nella cripta del Museo di Piazza San Pancrazio la presentazi­one dei capi-cocoon di Ben Cottrell e Matthew Dainty di Cottweiler per Reebok. Cappotti e suole di sneakers in lattice e ultramoder­ne tute (con tanto di scritta spa) da indossare dopo l’attività fisica. E, essendo il tema quello della spa, non può mancare il modello in asciugaman­o e torso nudo. Anche se ai piedi ha le sneakers di ordinanza.

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Un modello durante un trattament­o di bellezza nella spa allestita da Ben Cottrell e Matthew Dainty nel museo Marino Marini per la loro collezione Cottweiler per Reebok
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I modelli undergroun­d del giovane stilista toscano Carlo Volpi alla stazione Leopolda

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