Pd, prove di pace. Per non perdere
Lucca, ancora 15 giorni per l’accordo tra Tambellini e i renziani nella corsa a sindaco
Il Pd ha quindici giorni per trovare un accordo tra i renziani ed il sindaco uscente Tambellini, di sinistra, ed evitare di presentarsi frantumato al voto di primavera. Potremmo chiamarla la «sindrome del 1998». È lo spettro che in queste ore aleggia sul centrosinistra di Lucca: la paura di presentarsi spaccati alle elezioni e riconsegnare la città al centrodestra. Proprio come avvenne 19 anni fa, quando il sindaco uscente Giulio Lazzarini non fu ricandidato dai democratici, ma si presentò egualmente sfidando il candidato ufficiale Antonio Rossetti, dal quale fu superato prima che quest’ultimo a sua volta venisse battuto al ballottaggio da Pietro Fazzi di Forza Italia.
Ecco perché, dopo l’accordo saltato mercoledì per una ricandidatura unitaria con Alessandro Tambellini, il commissario dem Stefano Bruzzesi prova a ricucire lo strappo con i renziani. Lo scoglio da superare è evidente: la composizione delle liste dei candidati consiglieri: Tambellini lo ha detto a chiare lettere ieri mattina, affidando il suo pensiero ad un post sulla sua pagina Facebook: «Percepisco una forte preoccupazione nell’elettorato di centrosinistra — ha detto il sindaco — e in particolare del Pd per quello che sta avvenendo. È una preoccupazione che condivido pienamente poiché avverto la responsabilità di difendere quella visione nuova di città per la quale siamo stati eletti, alternativa al centrodestra e ai 5 Stelle, che stiamo portando avanti. Continuo ad essere disponibile a lavorare per l’unità del partito democratico e per questo non sarò io a strappare il filo del dialogo. C’è tuttavia un limite che giudico invalicabile. Proprio perché difendo l’unità del partito non avallerò mai l’estromissione dal partito stesso della metà di coloro che ne fanno parte». Insomma, Tambellini vuole in lista anche i suoi fedelissimi.
Mercoledì sera la corrente renziana del partito si è riunita ed è emerso una volta di più come il nome su cui puntare – se primarie saranno – è quello del consigliere regionale Stefano Baccelli, anche ieri rimasto in silenzio. Nessuna ufficializzazione però, per adesso: il regolamento delle primarie, pubblicato ieri sul sito del Pd Lucca, dà ai potenziali candidati tempo fino a 20 giorni prima delle primarie (da tenersi in una domenica compresa fra il 19 febbraio e il 5 marzo); dunque, anche prendendo per buona la data del 19 febbraio, c’è tempo fino al 30 gennaio per depositare le 100 firme necessarie a candidarsi. Consultazione, questa, a cui Tambellini — pur essendo iscritto di diritto — ha detto più volte di non voler partecipare: se nessun altro però nel frattempo si candiderà, a rappresentare il Pd alle elezioni comunali sarà lo stesso Tambellini. Insomma, una partita a scacchi con due scenari possibili: Tambellini candidato unico o Baccelli iscritto alle primarie e Tambellini a quel punto pronto a chiamarsi fuori e correre per conto suo a capo di un movimento civico. E contro il Pd.
La sindrome del ‘98 Il partito ha paura che la spaccatura significhi riconsegnare la città al centrodestra