«Voglio la A»
Il neo presidente del Pisa: «Spero che Gattuso resti e ci porti in A. Stadio ristrutturato sul modello Udine»
Il patron del Pisa: «Ora l’Arena nuova, poi con Gattuso...»
Su Firenze sono stato frainteso: è vero tifo Juve, ma rispetto il club viola Sabato scorso ho parlato anche con Mencucci e ho chiarito tutto Al Franchi ho visto tante partite: si può essere avversari senza tensioni
PISA Rino Gattuso l’ha definita, scherzando ma non troppo, «una pazzia». Giuseppe Corrado ha acquistato il Pisa con un’operazione da oltre 6 milioni di euro (debiti compresi). «In effetti siamo andati incontro ad una situazione paradossale», confessa il neopresidente ripercorrendo con la mente le tappe della trattativa. E in particolar modo l’ultima: Milano, tardissima serata di giovedì 22 dicembre. «L’appuntamento dal notaio era fissato per le 17,30, loro, gli ex proprietari, si sono presentati con tre ore di ritardo ed hanno cominciato a contestare molti punti dell’atto di cessione, per altro già precedentemente concordati».
Un accordo che ha seriamente rischiato di saltare. «Più volte stavo per andarmene. Io non sopporto la maleducazione e le prese in giro». Tentazione a cui Corrado è riuscito a resistere, nonostante un nervosismo difficile da celare. E trattenere. «Alla fine l’affetto dei tifosi ha prevalso su tutto il resto. Un gruppo è partito da Pisa per attendere speranzosi sotto lo studio del notaio. Una persona, nonostante fosse ricoverata in ospedale, mi ha scritto un messaggio esortandomi a non mollare». E così è stato. Chiuso un capitolo tormentato, se ne apre uno nuovo. Tra una salvezza da raggiungere, nonostante una classifica deficitaria e progetti da pianificare. E realizzare.
Lo stadio è una priorità, per il presente e per il futuro. Primo step, l’adeguamento della capienza: l’Arena Garibaldi al momento può accogliere un massimo di 8.500 posti. «Ma l’intenzione è quella di aumentarla di altri 2.000-2.500. Difficilmente riusciremo a portarla oltre i 10 mila per la gara con la Ternana del 21 gennaio, più pronosticabile per quella contro la Virtus Entella». Si aprirà poi una seconda fase. E qui l’ambizione prende il sopravvento. «Vogliamo uno stadio che possa essere vissuto quotidianamente e non soltanto il giorno della partita, che offra momenti di aggregazione e divertimento. Nessuno spostamento, l’impianto resterà dove è adesso, vicino alla torre. Vogliamo rilanciare il brand Pisa». Le idee sulle tempistiche sono già (abbastanza) chiare. «Abbiamo nominato una commissione che ha già seguito la progettazione di stadi di tutto il mondo. A Udine i lavori per il nuovo impianto sono stati realizzati in diciotto mesi e senza che la squadra abbia dovuto giocare altrove. Vorremmo perseguire quella strada, ma molto dipenderà dal raggiungimento della salvezza».
Alla quale Corrado crede ciecamente. Il presidente ha grande fiducia in Gattuso: «La sintonia è totale, lavoriamo assieme da venti giorni eppure sembra che ci conosciamo da dieci anni. L’ho conosciuto quando giocava nel Milan, ma adesso è una persona diversa, ha una grande umanità, oltre ad essere estremamente competente. Lo definirei “un orso con il cuore di un angelo”. Lo reputo più un manager che un allenatore. La lista dei giocatori da acquistare in questa sessione di mercato, ad esempio, l’ha stilata lui. E abbiamo preso Zammarini, mentre sono vicini Angiulli e Zanon. Mi auguro che con noi cresca e resti il più a lungo possibile, che magari ci porti in Serie A. Senza di lui difficilmente la trattativa con i Petroni si sarebbe chiusa».
Domani sera Corrado sarà davanti alla tv per Fiorentina-Juventus. Lui, dichiaratamente tifoso bianconero, smonta una volta per tutte la polemica legata al suo presunto «odio» verso i viola. «Sabato scorso ho incontrato Mencucci, ne abbiamo parlato. Io non nutro alcun risentimento nei confronti della Fiorentina. Da piccolo avevo la figurina di Montuori, per molti introvabile, inoltre nutrivo simpatia per Ferrante. Io sono nato a Casale Monferrato, conoscevo bene i suoi cugini. Ho visto tante gare al Franchi e non ho mai avuto problemi: basta sapersi comportare bene».