E ora i profughi dove andranno? «Loro vogliono restare uniti»
Oggi vertice dal Prefetto coi Comuni, ma i posti disponibili sono pochi. Ai Weiwei: Europa assente
I somali scampati all’incendio dell’ex Aiazzone dell’Osmannoro rischiano di restare ancora per qualche notte al Palazzetto dello Sport di Sesto Fiorentino. In vista del vertice di stamani in Prefettura, dove si decideranno le destinazioni degli ex occupanti, difficilmente si troverà subito una soluzione abitativa per tutti. Ieri c’è stato un primo incontro tra sindaci e assessori dell’area metropolitana: Firenze, Calenzano, Campi Bisenzio, Scandicci, Signa, Lastra a Signa, Bagno a Ripoli e Fiesole, tutti hanno detto sì ad aiutare Sesto Fiorentino, e hanno promesso che entro stamani verificheranno quanti posti potranno mettere a disposizione.
Ma la sensazione è che i numeri non bastino per tutti e cento gli sfollati. Qualcuno potrebbe restare «fuori». «Firenze farà il possibile — spiega l’assessore al sociale di Palazzo Vecchio, Sara Funaro — ma il ruolo di Sesto deve essere centrale. Anche perché noi, vista l’allerta freddo, stiamo ospitando 200 senzatetto. Non abbiamo quasi più posti». Intanto Medu (medici per i diritti umani) lancia un appello per i somali al Palazzetto dello Sport: servono vestiti, in particolare indumenti intimi. E dopo l’occupazione simbolica di giovedì, da parte dei somali, del cortile di Palazzo Strozzi, dove è allestita la mostra di Ai Weiwei con i suoi gommoni simbolo del sacrificio dei migranti, è proprio l’artista cinese a rispondere con un messaggio in solidarietà verso gli sfollati:«In questa dura stagione Il tweet dell’artista dissidente cinese Ai Weiwei il giorno dopo l’occupazione dei somali di Palazzo Strozzi invernale, la mia preoccupazione è per la gente che trova riparo in questi rifugi e campi temporanei, in particolare le donne e i bambini. Ho visitato decine di campi profughi in tutto il mondo. La maggior parte di questi luoghi sono in cattive condizioni, scomodi, pericolosi e privi delle necessità primarie per la vita». Per Ai Weiwei, «l’Ue deve esaminare attentamente la propria posizione in materia di diritti umani e di ciò che l’umanità considera valori fondamentali. Si deve lavorare per porre fine alle guerre e sostenere i rifugiati che si trovano già sul suolo europeo». «Non possiamo permettere — conclude — che questi eventi vergognosi continuino, altrimenti le idee su cui l’Europa è stata costruita, continuerà ulteriormente a peggiorare».
Nel caso degli sfollati dell’ex Aiazzone, la soluzione che i Comuni prospettano potrebbe comunque non essere duratura: «Per mia esperienza — dice Osman Gaal, responsabile della comunità somala in Toscana — i miei connazionali quando vengono separati tendono a tornare assieme: se non hai soldi per mangiare sai che un altro ti può aiutare per un pasto. E poi l’input a rifiutare una soluzione “separata” arriva anche dal Movimento di Lotta per la Casa: mi sembra che non abbia interesse a risolvere la situazione, ha bisogno di situazioni da cavalcare».
Da un censimento fatto giovedì, emerge che alcuni dei somali coinvolti sono in Italia da più di dieci anni. Alcuni di loro avrebbero vissuto nella storica occupazione del Banti, a Pratolino. E Funaro precisa: «Solo 10, 15 somali provengono dalla vecchia occupazione di via Slataper. L’ex Aiazzone era un porto di mare, arrivava gente anche da fuori regione». Il governatore Enrico Rossi, intervenuto sulla Rai ad Agorà, spiega che quanto avvenuto all’Osmannoro «è un dramma della povertà», chiama il governo a farsi carico del «grande problema dell’emarginazione» e annuncia che la Regione investirà per «togliere le situazioni dove è a rischio la vita delle persone». Rossi chiederà poi al ministro Minniti di esaudire il sogno di Alì Muse — la vittima dell’incendio — e portare in Italia sua moglie e i suoi figli. Infine ribadisce la sua posizione: «Abbiamo nel nostro Paese 435 mila immigrati irregolari che si sono creati a causa della Bossi Fini, a causa del reato di clandestinità. Noi bisognerà trovare gradualmente un modo per regolarizzarli».
Rossi Troviamo il modo di regolarizzare gradualmente i clandestini creati dalla Bossi-Fini