Corriere Fiorentino

La kermesse fa i conti: su gli Usa, giù gli Emirati

Il presidente Marzotto: in calo i compratori italiani per la crisi dei negozi indipenden­ti

- C.D.

Un bilancio positivo con un dato fra tutti che colpisce: questo Pitti Uomo, che ha registrato la presenza di 24.300 compratori, e dunque un risultato in linea con quello dello scorso anno, ha segnato un decremento dei buyers italiani. Sono stati 15.500, il 3,5 per cento in meno rispetto a quelli arrivati a gennaio 2016.

«Le ragioni sono molteplici» secondo Gaetano Marzotto. «In primo luogo — spiega il presidente di Pitti Immagine — la crescente crisi dei negozi indipenden­ti. Hanno più successo le catene, gli outlet, l’ecommerce. Tutte realtà più concentrat­e dal punto di vista del numero di buyer. E poi credo che quest’anno abbia inciso anche la questione tempo. Da sud e centro sud in molti si preoccupav­ano a mettersi per strada. Però la qualità delle presenze è stata altissima». Segno più invece per il mercato russo che, dopo l’oltre meno 30 per cento del 2016 sta cominciand­o a risalire. Complice il rafforzame­nto del rublo e del petrolio.

In crescita, e questo già a partire da novembre scorso, anche il mercato americano. Spiega sempre Marzotto: «Gli americani hanno ricomincia­to a comprare bene già nell’ultimo trimestre del 2016. e a questo Pitti sono venuti in tanti e anche interessat­i».

Come era prevedibil­e molto in decrescita è la presenza turca così come hanno proprio evitato la fiera fiorentina anche l’Irlanda, l’India, il Messico e gli Emirati Arabi. Mentre i compratori più forti vengono da Germania, Regno Unito, Francia, Spagna, Olanda e Cina, oltre agli Stati Uniti di cui si è detto. Svezia e Olanda infine sono stati Paesi presenti e particolar­mente attenti alle sperimenta­zioni.

Ora il testimone passa a Milano che si prospetta come un appuntamen­to molto diverso. Secondo alcuni un po’ appannato rispetto agli scorsi anni. Spiega ancora Marzotto: «Per capire cosa accade a Milano bisogno partire da alcuni dati. Intanto lì i buyers sono di meno, credo che si attestino sui 10/15 mila. Ma è un fatto connaturat­o allo stesso Dna della manifestaz­ione milanese, più fashion meno commercial­e. Però vanno sempre tenuti presenti i nomi dei compratori. Se va Neiman Marcus è ovvio che vale molto più di un compratore qualunque, è un colosso. Detto questo è certo che Milano potrebbe fare di più, se come accade a Firenze, aprisse la città intera, e non solo gli show-room, alla tre giorni di moda. Un po’ come fa in occasione del Salone del Mobile. È un cammino che la Camera della Moda sta cercando di intraprend­ere, anche se fino a ora ha dovuto fare i conti con gli interessi degli stilisti. Ognuno cerca di tirare acqua al proprio mulino».

«Ora tocca a Milano: di certo potrebbe fare di più se, come succede a Firenze, aprisse la settimana della moda alla città»

 ??  ?? Gaetano Marzotto, presidente di Pitti Immagine
Gaetano Marzotto, presidente di Pitti Immagine

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy