Concordia, una foto con i gigliesi cinque anni dopo
Le commemorazioni per il naufragio del 2012. Il fratello dell’ultima vittima incontra i soccorritori
Cinque anni dopo il ricordo è ancora nitido. I moli sembrano quelli di prima, ma nel cuore dei protagonisti la memoria della tragedia è la stessa di quel 13 gennaio 2012, quando la Costa Concordia, sotto il comando di Francesco Schettino, andò ad urtare contro gli scogli della Gabbianara per poi naufragare e adagiarsi su un fianco lungo le coste gigliesi. «Sono passati cinque anni ma per me è come se fosse ieri», ha detto a Grosseto Kevin Rebello, fratello di Russel, cameriere indiano in servizio sulla nave, l’ultima delle trentadue vittime ad essere stata recuperata. Kevin ieri si è incontrato con alcuni dei gigliesi che prestarono soccorso quella notte e ha postato la foto su Facebook. «Mio fratello è stato il vero capitano — ha proseguito — Non ha mai abbandonato la nave, facendo il suo dovere». C’erano più di 4.000 persone a bordo della Concordia, le stesse che poi si riversarono sull’isola, chiamando la sua comunità a fare la parte dell’eroe. Per questo il Giglio è stata insignito della medaglia al valore, come il Comune di Monte Argentario: le due comunità che diedero l’assistenza ai naufraghi. Le due comunità che ieri hanno celebrato una messa in suffragio per il quinto anniversario della tragedia. È stato proprio il sindaco dell’isola Sergio Ortelli a chiedere di poterne celebrare una anche a Santo Stefano, anticipando il maltempo che ha bloccato i traghetti. Così le celebrazioni si sono divise tra l’isola e il continente. «La nostra è una presenza doverosa» ha detto Franco Porcellacchia, ingegnere di Costa Crociere. Presente anche il sottosegretario all’Ambiente Silvia Velo, che ha annunciato che i resti del cantiere sottomarino (usato per rimuovere la nave) ancora presenti sui fondali dovrebbero sparire entro aprile. «L’isola è tornata quella di prima — dice Ortelli — È doveroso ricordare». Per questo al Giglio, oltre alla messa, ieri sera si è tenuta la fiaccolata lungo i moli, in omaggio delle vittime, a cui ha rivolto un pensiero anche Nick Sloane, l’ingegnere sudafricano protagonista della rimozione della nave. «Siamo stati trattati con tanta amicizia e tanto amore dai gigliesi», dice in una lettera inviata agli abitanti dell’isola. Per concludere, ricordando le operazioni di recupero della nave con una citazione di Mandela: «ogni cosa sembra essere impossibile, e poi alla fine viene fatta».
Il protagonista del recupero del relitto agli abitanti dell’isola: «Grazie per l’amore»