Berna-Dybala, duello da dieci
Verso Fiorentina-Juve Talento, dribbling e gol: dopo le carezze di Baggio, i due fantasisti si sfidano al Franchi Il carrarino sogna un’altra serata magica, l’argentino dopo i guai fisici è tornato al top. E l’Europa li guarda
Berna contro Dybala, il duello dei numeri 10 accende la vigilia di Fiorentina-Juventus. Talento, dribbling e gol. La carta d’identità calcistica è simile (sono tutti e due mancini), anche se il modo di stare in campo è molto diverso.
Più potente e a suo agio sull’esterno il viola, più tecnico il bianconero, che ama arretrare per giocare la palla come un centrocampista e che, non a caso, è considerato il degno erede di Totti come fantasista più forte del campionato: «Dybala è il trequartista del futuro e Bernardeschi può diventare il mio erede». Parole e musica di Roberto Baggio, che nel suo blitz fiorentino per Pitti Immagine Uomo ha descritto presente e futuro del ruolo più affascinante del gioco del calcio. Oltre alla stoffa tra l’altro, Fede e Paulo hanno carattere e personalità da vendere, alla faccia dell’età (22 anni l’italiano, 23 l’argentino) e di un bagaglio d’esperienza ancora da colmare.
Per avere la Joya (il gioiello), Marotta ha staccato un assegno da 38 milioni al Palermo (solo l’anno scorso pareva una cifra folle, ora vale più del doppio) e lui in pochissimo tempo si è preso lo Stadium ed è diventato il punto di riferimento della Juve. Questione di classe, tanto che per Dybala si sprecano i paragoni: per il popolo juventino può essere il nuovo Del Piero («Paulo è unico», ha detto Alex in questi giorni), in patria invece c’è chi lo accosta addirittura a Messi. Di vero per ora c’è che senza il suo connazionale vicino (Dybala è stato a lungo infortunato) perfino Higuain ha passato un periodo difficile.
Il carrarino della Fiorentina invece cresce a vista d’occhio. Si diceva che l’anno passato a correre sulla fascia gli avrebbe fatto bene, ma che se avvicinato alla porta avrebbe fatto la differenza. Detto fatto. Da quando Paulo lo fa giocare libero di svariare, Berna ripaga alla sua maniera: 2 gol al Cagliari, 2 all’Empoli e 2 pure al Napoli, più le reti al Palermo e alla Samp: totale 8 gol in 11 partite, a cui ne vanno aggiunti uno segnato in Europa e l’ultimo, su rigore, valso il passaggio del turno in Coppa Italia. E tutto grazie a quel sinistro che taglia come una lama le difese avversarie e che non ha lasciato indifferente neppure il ct Ventura. Il 10 viola è l’unico giocatore di Sousa ad aver segnato in tutte le competizioni, ma i numeri non spiegano fino in fondo la sua metamorfosi. Federico è sempre più leader e nei momenti difficili prende per mano la squadra, trascina i compagni, non si fa spaventare dalle responsabilità (anche dal dischetto) e gioca partite magnifiche come quella contro il Napoli.
Domani il mondo li guarderà. Tutti i più grandi club d’Europa si sono già innamorati delle loro giocate (Barça e Real sono sulle tracce di Dybala, lo stesso Barça, ma anche Bayern, Inter e Milan sognano il viola), ma entrambi, per ora, hanno giurato fedeltà alle maglie che indossano e trattano i rinnovi contrattuali (per Bernardeschi, in scadenza 2019, se ne riparlerà entro primavera, mentre Dybala pare sul punto di firmare un rinnovo fino al 2021 da oltre 6 milioni annui). Quello che conta per il momento è vincere. Dopo la corsa sotto la Fiesole fatta contro il Napoli, Berna ne sogna un’altra dopo aver fatto gol all’amico e compagno di nazionale Gigi Buffon. Sarebbe il miglior modo possibile per cancellare il suo personale zero contro la Vecchia Signora (da professionista ha sempre perso contro la Juve) e consacrarsi nuovo idolo dei tifosi della Fiesole. Davanti agli occhi di Antognoni e nella settimana in cui il Divin Codino lo ha promosso suo erede.