Anna, scelta da Obama e premiata da Trump
Laurea a Pisa, è tra i migliori giovani scienziati. Cerimonia in primavera alla Casa Bianca
Non l’avrebbe mai detto Anna Grassellino che nel giro di qualche mese avrebbe avuto a che fare con Fbi e Casa Bianca. Lei, ricercatrice di 35 anni, originaria di Marsala, una laurea a Pisa e un incarico al Fermilab di Chicago, è stata premiata da Obama insieme ad altri 102 giovani scienziati che si sono distinti per le loro ricerche. Ma alla cerimonia, prevista a primavera, «non ci sarà Obama, ma Trump», spiega Anna, che sorride al pensiero di incontrare il tycoon alla Casa Bianca.
«Porterò i miei genitori se sarà possibile, di certo sarà emozionante entrare lì dentro». Anna si occupa di fisica dei materiali solidi; la sua scoperta si chiama «dopaggio con azoto» e si può spiegare solo pensando ad acceleratori di particelle ancora più potenti ed efficaci.
«Abbiamo messo a punto una tecnologia per sviluppare una nuova generazione di acceleratori in grado di arrivare alle frontiera dell’energia, con applicazioni in tutti i campi». Per il suo lavoro ha ottenuto un fondo da 2,5 milioni di dollari dagli Stati Uniti, e il risultato è stato ritenuto talmente rilevante da farla entrare nella rosa del «Pecase»: così si chiama la più alta onorificenza conferita dal Governo degli Stati Uniti a professionisti della scienza e dell’ingegneria nelle prime fasi della loro carriera di ricerca indipendente.
«Il dipartimento per l’energia ha selezionato pochissime persone, i cui nomi sono stati mandati alla Casa Bianca, ovviamente senza dirci niente. Io stessa non ne sapevo nulla — racconta — e solo dopo mi sono spiegata il perché di quel contatto dall’Fbi». Qualche mese fa infatti, Anna ha ricevuto una strana mail: «Venivo informata che volevano fare un controllo su di me. Ho pensato subito fosse spam –—aggiunge ridendo — e ho cercato di capire meglio ma non ne sono venuta a capo. Solo qualche giorno fa ho saputo di essere stata premiata». Riconoscimenti accademici in crescita e un lungo percorso di ricerca cominciato proprio a Pisa: «Ho trascorso i primi cinque anni di università a Pisa, città di cui conservo un ricordo affettuoso. Ideale per gli studi, è un po’ un campus americano in miniatura», dice.
«Ricca di stimoli e di persone con tante idee. Quegli anni hanno influito sul mio percorso», aggiunge, «così come l’impostazione dell’istruzione italiana: più teroetica, ma solida e analitica». Tre figli, la più piccola ha tre mesi e il più grande 5 anni: «Li porto all’asilo dell’Istituto e in pausa pranzo vado da loro. Qui conciliare ricerca e maternità è possibile».
Una vita da «innovatrice» la sua, o come li ha chiamati Obama attribuendo i premi, da «incredibili scienziati», che «allargano la nostra conoscenza del mondo e contribuiscono alla nostra economia».