Sfida alla Signora
Al Franchi c’è la Juventus, Sousa cerca il rilancio (tra presente e futuro)
Nella vita, dice Paulo Sousa, servono carattere e personalità. Anche nervi saldi. La Fiorentina, stasera contro la Juventus, si gioca tanto e non soltanto perché a Firenze quella con i bianconeri è tradizionalmente la partita dell’anno con lo stadio pieno e coreografie suggestive.
La Viola ha bisogno di una prestazione eccezionale per colorare un campionato grigio, anonimo, lontano dalla zona europea. Dice Paulo: «Avremmo meritato 6-8 punti in più». Parole che si porta via il vento. L’Europa League è un puntino rosso in fondo al tunnel nero e l’indecifrabile squadra di questi primi mesi avrebbe bisogno di una bella iniezione di autostima per provare a lanciare la rincorsa.
La Juve è la Juve. Non è invulnerabile e ha qualche punto debole, per esempio ogni tanto si addormenta. Però resta di un altro pianeta: ha i giocatori per chiudere qualsiasi partita in qualsiasi momento e per vincere tutti i duelli in ogni zona del campo. Per Allegri, Firenze è la prima tappa di un ciclo fondamentale. Per l’ombroso Sousa degli ultimi mesi, l’appuntamento nel frigorifero del Franchi vale persino di più. Gioca contro il suo passato che, almeno stando agli spifferi torinesi, potrebbe anche essere il futuro. «Il futuro dipende dal presente e su quello sono concentrato«, si affretta a dire Paulo per dribblare la domanda più insidiosa. Il profeta negli ultimi mesi tormentati ha perso appeal e la sua considerazione, all’interno del pianeta Fiorentina, è precipitata ai minimi storici.
A Torino la pensano diversamente. In caso di divorzio da Allegri, il portoghese viola sarebbe il primo della lista. Andrea Agnelli, che con Sousa divide un’antica amicizia, lo avrebbe indicato a Marotta come l’alternativa più credibile in un elenco che comprende anche Leonardo Jardim, 42 anni, portoghese pure lui, un passato allo Sporting e dall’estate del 2014 nel Principato di Monaco dove si sta togliendo parecchie soddisfazioni (è secondo in campionato dietro il Nizza e negli ottavi di Champions affronterà il City di Guardiola). Su Jardim può nascere un intrigo perché nella lista di Pantaleo Corvino c’è, a sorpresa, pure lui. E’ vero che la Fiorentina ha sempre pensato ad un allenatore italiano, da Di Francesco a Giampaolo, sino al sogno Sarri, ma Jardim è qualcosa più di una semplice idea. Staremo a vedere. I prossimi mesi saranno decisivi. La questione sarà più chiara a primavera.
Di sicuro Sousa stasera si gioca presente e futuro. Avrà addosso gli occhi di tutto lo stadio: dei suoi tifosi e di quelli (2.500) che invece potrebbero diventarlo a fine stagione. Anche quelli della dirigenza bianconera: una partita, sia chiaro, non fa giurisprudenza, ma può aiutare a vincere eventuali resistenze.
Alla Juve, di Sousa, piace l’attenzione maniacale verso il lavoro e il suo calcio propositivo. L’anno scorso, dopo lo straordinario girone d’andata, i bianconeri lo avevano messo sotto osservazione. Stavolta la storia si ripete: ma i risultati del portoghese sono molto diversi e ben peggiori. Paulo, quindi, deve darsi una mossa: per se stesso e per la Fiorentina. Sei mesi sparati prima di un divorzio ormai annunciato.
Le parole di Paulo Quello che succederà nella mia carriera dipende dal presente Io penso a vincere E quelle di Max Per loro è la gara più importante dell’anno, dovremo stare attenti ai tiri da fuori area