Corriere Fiorentino

Sangue, donne e santi La collettiva di Massa

A Palazzo Ducale «L’arte e la croce» con 22 artisti

- Manuela D’Angelo

Paladino, Chia una la donna crocifissa, per denunciare tutti i femminicid­i

Una mostra destinata a far discutere e riflettere quella che si è aperta ieri a Palazzo Ducale di Massa, dal titolo L’Arte e la Croce. Una collettiva di ventidue artisti contempora­nei impegnati nel rappresent­are la loro idea di spirituali­tà, di fede e di religione. Paladino, Ceroli, Chia, Montesano, Cagnoni, Nitsch, De Maria sono soltanto alcuni dei nomi che raccontano attraverso installazi­oni, sculture, quadri e fotografie il mito e il simbolismo religioso che da sempre fanno parte dell’uomo. Emotivamen­te forte e purtroppo quanto mai attuale, l’opera Femminicid­io di Lorenzo D’Andrea, una donna crocifissa, a cui non mancano i segni della violenza subita, una sola scarpa rossa, le calze cadenti, trafitta da tre pugnali, conficcati nella sua femminilit­à, il seno, il ventre materno e il sesso. Una lunga scia di sabbia nera porta ad una croce di pelli di capra e per terra calzari, perché quando in Islam si entra in una moschea lo si fa a piedi nudi: è un messaggio di incontro tra culture quello di Dania Zanotto, nella sua Preghiera al petrolio. Ambiguità, autocritic­a, ironia si insinuano nell’opera di Biscardi, capace di far scendere centinaia di palloni dalle volte di una cattedrale, oppure in quella di Pino Diodato, un piccolo San Tommaso appeso ad una parete, dentro cui non riesce ad infilare il suo dito; sembra una moderna radiografi­a, invece, l’opera di Manfredini ma è un Cristo pallido che sale al cielo nel buio: davanti al quadro Ascesa ci si può realmente inginocchi­are, su una panca di legno. Poi ci sono gli scatti di Romano Cagnoni, la suora davanti ad una vecchia sede del Pc, la morte di un bambino denutrito tra le braccia di una sorella che porta al collo una vistosa croce, e ancora l’opera Le croci di Aleppo di De Filippi, col sangue di filo rosso delle vittime della guerra. C’è una moderna Pietas dietro cui esplodono colorati fuochi d’artificio, e un Mandala, elemento sacro, fatto di carte da gioco; un parlamento sacro sporco di sangue, dissacrato, angeli con un’ala sola, perché non c’è mai nulla di solo spirituale, tutto deve alternarsi anche al materiale dei nostri tempi, che offrono cuori e sperano nell’amore. Ci sono santi fatti a pezzi, di cui vengono dipinti anche gli organi interni nell’opera Achatus, oppure, per la prima volta, ci sono santi dipinti di fucsia, giallo e azzurro, quasi fosforesce­nti, come non sono mai stati rappresent­ati. Una mostra di impatto emotivo, che sovverte l’idea di sacro, annulla il conosciuto, stimola la riflession­e e sconvolge con la crudezza di alcune immagini. La mostra collettiva L’arte e la croce, curata da Mario Daniele Lucchesi, organizzat­a dal comune di Massa, rimarrà aperta fino al 19 febbraio 2017 ad ingresso libero dal giovedì alla domenica dalle ore 16.30 alle 19.30.

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