Corriere Fiorentino

Nikola, ora resta dove batte il cuore

Lettera a Kalinic: i soldi contano, ma in Cina non ritroverai l’affetto (e le feste) del Franchi

- Di Ernesto Poesio

Caro Nikola, non facciamo scherzi. E se lei aveva davvero deciso di partire, adesso che si è complicato la vita con le sue mani (anzi con i piedi) provi a cambiare idea. Perché dopo il trionfo di domenica, gli abbracci coi compagni e i tifosi, sarebbe uno scherzo di pessimo gusto lasciarci tutti con un palmo di naso e prendere il primo volo per la Cina, destinazio­ne Tianjin.

Indubbiame­nte davanti a quei dieci milioni all’anno che sono pronti a darle, è complicato mettersi a ragionare. A fare calcoli. Però forse è meglio così. Perché non è certo la razionalit­à che gioca a favore della sua permanenza a Firenze. No, Nikola, ripensi alle emozioni. Quelle che lei deve aver provato al Franchi domenica sera, con uno stadio tutto per lei, pazzo di gioia per un gol che ha ricordato (e tanto) Batistuta, e con il miglior portiere al mondo, Buffon, a terra sconsolato dopo essere stato battuto dal suo diagonale. Adrenalina pura, perché vincere è bello, ma farlo da sfavoriti, contro i più forti, è il massimo per qualsiasi sportivo. E allora, trattenga un po’ il fiato Nikola, prima di dire addio a questa serie A di cui è grande protagonis­ta, alle competizio­ni europee, e alla maglia numero 9 della Fiorentina che resterebbe di nuovo orfana. Certo, siamo onesti, anche Firenze ha i suoi difetti. Per esempio l’aeroporto che si ferma ogni volta che soffia un po’ di vento. Anche a Tianjin, però, le cose non vanno meglio. Qualche settimana fa, ad esempio, i voli sono rimasti a terra. E non per qualche raffica, ma per troppo smog. Mica bello. Certo, lei potrà rispondere che a Firenze il traffico per i lavori della tramvia proprio non lo regge più. Comprensib­ile. Attenzione però perché a Tianjin le macchine superano i 2 milioni e mezzo. Altro che viale Redi nell’ora di punta, insomma. E se proprio è stanco di sentirsi offrire bistecche alla fiorentina in ogni ristorante dove mette piede, pensi che oltre la Grande Muraglia potrebbe succedere di ritrovarsi nel piatto uno spiedino di scorpioni. Insomma, Kalinic, in fin dei conti, anche ragionando­ci a Firenze non si sta poi così male. E se proprio non riesce a contenere l’irrefrenab­ile desiderio di conoscere la Cina, non dimentichi che a Palazzo Strozzi ancora per un po’ può gustarsi la mostra di Ai Weiwei. Il biglietto, naturalmen­te, lo offriamo noi.

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