Corriere Fiorentino

Federico Chiesa, metamorfos­i in quattro mesi È già nel mirino del ct Ventura

Dalla Juve alla Juve, in quattro mesi la metamorfos­i di Federico è già completa I consigli del babbo e di Sousa, per i baby viola è un idolo. E Ventura lo chiamerà

- Duccio Zoccolini

Alla fine della partita camminava da solo con lo zainetto rosso sulle spalle nei corridoi del Franchi. Con il tipico sorriso di chi sa di averla appena combinata grossa. Federico Chiesa stava sempliceme­nte cercando babbo Enrico, mamma Francesca e il fratellino Lorenzo, in cerca di un passaggio verso casa. «Ah eccovi». Enrico è lì che parla della partita con chi sul giovane Federico ci ha scommesso e non poco, Paulo Sousa. »Grande fratellone!».

Il piccolo Lorenzo (classe 2004, gioca anche lui nella Settignane­se, nello stesso club nel quale ha tirato i primi calci il fratello maggiore) salta in collo a Federico, diventato l’eroe di tutto il popolo viola e non solo di Lorenzo, che comunque ha il suo poster sopra il letto. «Mister ti presento Lorenzo, guarda che lui è più forte di me». Paulo sorride, sembrano tutti in famiglia. Quell’ingredient­e segreto che ha permesso al numero 25 viola, in un solo girone di campionato, di diventare uomo copertina. Da sorpresa a certezza. Allo Juventus Stadium a fine agosto non si aspettava di giocare, domenica scorsa sarebbe rimasto sorpreso del contrario. D’altronde lo aveva intuito già sabato nella rifinitura, mentre Tello osservava a bordo campo i suoi movimenti e lui si prendeva tutte le urla del portoghese. Metamorfos­i completata? La partita di domenica dice questo. Un giocatore vero, Federico. Non più una scommessa.

Personalit­à, corsa, carattere, tecnica, spensierat­ezza e quel pizzico di magia che inizialmen­te solo Sousa aveva visto in lui, tanto da definirlo «la futura bandiera viola». Se sarà una delle poche vittorie fiorentine di Sousa sarà solo il tempo a dirlo, intanto Firenze dopo Bernardesc­hi si gode un altro ragazzo con il cuore viola.

Che ha rischiato anche di sbandare e perdere la rotta giusta, soprattutt­o quando l’allenatore lo ha fatto sparire dai radar: «Ma Chiesa perchè non gioca più?». La domanda. «Ci vuole calma con i giovani». La risposta. E così in un mese Federico alla stessa velocità con cui ha superato più volte Alex Sandro e calciato verso Buffon dopo un doppio passo su Chiellini, è diventato un calciatore vero, da prima squadra.

Primo gol tra i profession­isti (8 dicembre a Baku), rinnovo di contratto fino al 2021 e partita da campione contro i campioni, con tanto di velo decisivo in occasione del 2-0 (la Lega ha dato il gol a Badelj).

E ora tutta Italia si è accorta di lui, anche chi l’Italia del calcio la segue e la seleziona, il ct Ventura, presente in tribuna. «Giovani o no — ripete spesso — non fa differenza, se sono bravi li chiamo». Ecco perchè tra i convocati per i prossimi stage azzurri (sicurament­e non quello di fine febbraio visto l’impegno dei viola in Europa League) potrebbe esserci anche l’esordio di Chiesa, direttamen­te dall’Under 20 alla Nazionale maggiore, senza passare dall’Under 21.

Il destino nel cognome e un trattament­o diverso. Nessun favoritism­o, sia chiaro, ma sempliceme­nte la valorizzaz­ione di un talento straordina­rio. «Ha quasi tutto», dicevano in coro. E Federico quel “quasi”che mancava per diventare un giocatore vero lo colmava con lunghe sessioni video. In loop su youtube osserva (sì, lo fa ancora oggi) i movimenti di Robben e Di Maria, due che nella sua squadra di Fifa non mancano mai. Ruoli diversi dal suo. O almeno da quello che Sousa si è inventato per lui. «Fidati, diventerai un esterno completo, come Federico». Era inizio settembre, non poteva non fidarsi Chiesa. Anche perchè l’altro Federico (Bernardesc­hi) il salto di qualità lo aveva fatto proprio così, seguendo Sousa. Fu il primo di tanti colloqui tra i due, a fine allenament­o e anche durante. Quando Sousa, da buon maestro, si intestardi­sce per fargli arrivare un messaggio. «Gli fa delle partacce davanti a tutti», raccontano da dentro il centro sportivo. Anche così è cresciuto Federico. Che è già diventato un esempio per gli ex compagni della Primavera. Ma non per le sue giocate. No, perché mister Guidi mostra al suo gruppo di oggi i video con le esultanze di Federico, le invasioni dalla panchina e gli abbracci ai compagni, non i gol. Perchè questo vuol dire avere «la maglia viola come seconda pelle», come dice Chiesa stesso. «Per considerar­ti un giocatore di serie A devi aver fatto almeno 300 presenze», gli dice sempre Enrico, che ieri, nonostante la sua scarsa voglia di parlare di suo figlio, ha aggiunto che «è stata una domenica speciale, ma niente paragoni con me: Federico deve solo continuare così e divertirsi». Fede per ora di partite ne ha giocate solo 10, ma con la prestazion­e contro la Juve ha già fatto cambiare idea al babbo.

 Parla Enrico È stata una bellissima serata, per lui e per la nostra famiglia Ha solo 19 anni, lasciamolo crescere Ora deve solo continuare così

 ??  ?? Federico Chiesa, 19 anni e 14 presenze nella prima squadra viola
Federico Chiesa, 19 anni e 14 presenze nella prima squadra viola
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy