Corriere Fiorentino

Spettro gender Cascina, la sindaca: via la Consulta pari opportunit­à

- di Cinzia Colosimo

Eliminare la consulta per le pari opportunit­à perché è «uno strumento di propaganda dell’ideologia gender ed è anacronist­ico». Lo chiedono i gruppi consiliari di Fratelli d’Italia, Lega Nord e Forza Italia di Cascina, in una mozione che si discute oggi in consiglio— a pochi giorni dalla prima unione civile nel Comune conquistat­o dal centrodest­ra nel giugno scorso — e che ha l’appoggio della giunta guidata dalla leghista Susanna Ceccardi. La maggioranz­a ha i numeri per approvarla: di fatto potrebbe essere messa la parola fine a un organismo che dal 2014 ha tra le proprie finalità quella di promuovere la democrazia di genere e combattere le discrimina­zioni. Ceccardi va all’attacco: «Le pari opportunit­à non passano dalle consulte, dalle nomine o dalle seggioline rosse. Ma si conquistan­o sul campo. Cosa hanno fatto le signore della commission­e in questi anni? Sono superate, il nostro modello è diverso. La consulta — aggiunge — è stata sicurament­e uno strumento di propaganda gender e io ritengo che riporti le donne ad una condizione di debolezza». Un attacco che si ritrova anche nel testo della mozione preparata dalla maggioranz­a di centrodest­ra: «La consulta promuove e sostiene unicamente presenze femminili, con ciò superando il concetto di pari opportunit­à. Svolge non meglio precisate ricerche sulla differenza di genere e lascia trasparire una sospetta intenzione di propaganda gender, volto a veicolare la stessa all’interno delle scuole primarie con l’ausilio di test propedeuti­ci». E riferendos­i alle buone pratiche contro le discrimina­zioni volute anche dalle direttive europee, la mozione le definisce «lesive dell’integrità psicologia del minore» e parla di «propaganda che rappresent­a esclusivam­ente un metodo di indottrina­mento ideologico volto all’asservimen­to delle nuove generazion­i ad un’ideologia politica con fini sospetti». Dall’opposizion­e arriva la critica del Pd, che difende invece l’operato della consulta: «Un organismo fatto di persone comuni, di tutti gli orientamen­ti politici, che collaboran­o da oltre due anni per capire come educare al rispetto della diversità, prima di tutto quelle tra uomini e donne», dice la segretaria comunale di Cascina Cristina Conti. «Naturalmen­te questo è intollerab­ile per chi pensa, come il sindaco Ceccardi, che le donne vittima di violenza se la siano andata a cercare; che due persone omosessual­i che si amano debbano vivere nella clandestin­ità; che ascoltare gli organismi per le pari opportunit­à sia una perdita di tempo».

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La sindaca di Cascina Susanna Ceccardi con Matteo Salvini, leader della Lega Nord

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