Carrara e Lucca, il Pd toscano cerca la tregua anti sconfitte
Tregua tra renziani e anti come per l’elezione del governatore? Si parte dal dopo Zubbani
Alessandro Tambellini, Pd, attuale sindaco di Lucca, vorrebbe ricandidarsi ma senza passare dalle primarie Le elezioni amministrative di primavera si terranno in 32 Comuni, sei dei quali sopra i 15.000 abitanti e tre dove si volta per la prima volta causa fusioni (Abetone Cutigliano, Montalcino, che comprende anche il territorio di San Giovanni d’Asso, e San Marcello Piteglio), ma i riflettori — e le preoccupazioni del Pd — sono tutte sui due capoluoghi di Lucca e Carrara. Si andrà alle urne anche in un terzo capoluogo, Pistoia, ma qui il sindaco uscente Samuele Bertinelli sembra andare verso la riconferma come candidato unitario — anche se non è renziano e i malumori non mancano — a differenza delle altre due città, dove le lacerazioni mettono a rischio la vittoria dei Democratici. E proprio per questo il livello regionale del partito sta cercando di trovare mediazioni e di frenare i ribelli, ma anche gli ultrarenziani. I vertici di via Forlanini vogliono far capire che la logica renzianiantirenziani fa solo male al partito, che si vince se si ritrova il senso dello stare insieme, anche nelle differenze, come fatto per la candidatura unitaria al bis da governatore per Enrico Rossi. La prima «prova» è oggi a Carrara, dove il Pd locale vuole correre da solo, senza alleati, ed ha già lanciato Andrea Vannucci, ex vicesindaco con deleghe di peso della giunta Zubbani, dicendo no alle primarie di coalizione, mentre il segretario regionale Dario Parrini non vuole rompere un’alleanza con Psi e Pri che si è dimostrata vincente, coi i socialisti ad esprimere il primo cittadino. L’appuntamento è duplice: alle ore una ci sarà il vertice politico chiesto da Psi, Pri e liste civiche ai dem con i segretari regionali, provinciale comunali mentre nel pomeriggio l’assemblea del Pd di Carrara si riunisce per votare Vannucci, anche se la procedura non è quella prevista dalla circolare della segreteria regionale. Ci sarà alta tensione, insomma, e la ricucitura è improbabile dato che il segretario comunale Pd, Raffaele Parrini, ha annunciato che non andrà neppure al vertice. La frattura nasce — spiegano in città — dal fatto che i non renziani hanno la maggioranza negli organi di vertice locali del partito e dalla volontà di smarcarsi dal dopoalluvione, un evento che dal novembre 2014 ha lacerato la città, con lo spettro di mezzo Pd che corre contro il Pd ufficiale. Gli (ex ) alleati del Pd anche oggi rilanceranno le primarie di coalizione, cui hanno dato la disponibilità a correre Gianenrico Spediacci, del Psi, la renziana Fiorella Fambrini, subentrata come vicesindaco di Angelo Zubbani al posto di Vannucci, il manager Cirillo Orlandi per i repubblicani, l’avvocato Cristina Carcelli per le liste civiche, assieme alla disponibilità a trovare un nome comune nel caso in cui il Pd regionale riesca a far cambiare idea a quello della città apuana. Parrini deve scongiurare lo scenario di un pezzo del Pd e la sinistra da soli, contro Psi e alletti, con l’altra parte del Pd in lotta fratricida e inevitabili querelle su simbolo ed espulsioni che allontanerebbero ancora di più l’ipotesi di un successo, sia pure al ballottaggio. Ingarbugliata anche la partita di Lucca. Dopo il mancato accordo in casa dem tra il sindaco uscente e ricandidato Alessandro Tambellini, non renziano, e il consigliere regionale e renziano Stefano Baccelli che è in pole per correre, e l’avvio formale della proceduta per le primarie, il Pd cerca una intesa in extremis. Il pressing è sia su Baccelli, che continua a non fare dichiarazioni, che su Tambellini ed è affidato al commissario del partito Stefano Bruzzesi che solo nei prossimi giorni saprà se il tentativo di ricomposizione tra le due anime del partito avrà successo. A Pistoia le resistenze antiBertinelli dei renziani sono scemate e — dopo che la coalizione di centro sinistra ha detto di voler ripatire dal sindaco in carica e lo stesso Bertinelli ha dato la disponibilità a ricandidarsi anche, se necessario, attraverso le primarie del Pd — non si è materializzata alcuna candidatura dem alternativa. L’incubo di Parrini e Antonio Mazzeo, responsabile dell’organizzazione, è ripetere le sconfitte di Livorno, Arezzo, Montevarchi, Sesto Fiorentino dove le divisioni del partito hanno azzoppato i candidati dem e consegnato la città agli altri schieramenti ed anche per questo i vertici regionali vorrebbero fissare la date delle primarie verso il 5 marzo, data limite, mentre la prima disponibile è domenica 19 febbraio, così da avere tempo per smussare gli angoli.