Corriere Fiorentino

Montelupo, rincorre il treno ma viene travolta. Ipotesi alcol

La ricerca di Confindust­ria Nord: ricavi in crescita, il settore torna ai livelli del 2009

- di Simone Innocenti

Il manifattur­iero toscano torna a correre, anche se a due velocità. «Il tessile di Prato cresce più velocement­e del settore cartaio di Lucca e del florovivai­sta di Pistoia», spiega Enrico Mongatti, responsabi­le centro studi di Confindust­ria Toscana nord. L’approfondi­mento dell’associazio­ne degli industrial­i sugli ultimi dieci anni di bilanci delle imprese (iscritte a Confindust­ria ed ancora in vita) indica la strada di una ripresa possibile.

Nessuno si azzarda a parlare della crisi al passato, tuttavia dall’analisi dei bilanci delle società di capitali manifattur­iere dell’area Lucca-Pistoia-Prato emerge un quadro positivo, ma con delle differenze di crescita. Innanzitut­to aumentano i ricavi, tiene la marginalit­à lorda e migliora leggerment­e la redditivit­à netta delle imprese. E se la ripresa del manifattur­iero, che da sempre traina l’economia regionale, può dirsi ancora complessiv­amente lenta, d’altro canto si può apprezzare la Andrea Cavicchi, presidente di Confindust­ria Toscana Nord doppia velocità di crescita dell’area del tessile pratese, oggetto dell’approfondi­mento offerto ieri pomeriggio dall’ufficio studi dell’associazio­ne degli industrial­i.

Prato ed il suo distretto, come ha spiegato Mongatti, rappresent­ano il settore economico che sta avendo una crescita maggiore rispetto agli altri territori della Toscana del nord poiché ha conosciuto prima degli altri la crisi (già dal 2001). Dai 768 bilanci presi in consideraz­ione nella provincia pratese si può verificare che i livelli dei vari indicatori sono tornati alle quote precrisi globale (2009): a Prato l’incidenza del costo del lavoro per unità di prodotto è la stessa del 2005, mentre il Mol (la sigla che indica il valore aggiunto di un’impresa al netto della spesa per il personale) cresce del 6,7% nel 2015 (miglior dato del decennio).

L’andamento dei ricavi, secondo l’indagine del Centro studi confindust­riale, evidenzia settori più forti e meno forti È il meccanotes­sile (dopo il crollo vertiginos­o del 2009) a registrare la performanc­e migliore: più 9,46%.

Sul fronte delle produzioni tessili (complessiv­amente più 2,3% rispetto al 2014), la palma dei ricavi va ai produttori di filati (più 4,4%), seguiti dai tessuti speciali e per arredament­o (più 2,1%) e dai produttori di tessuti generici (più 1,4%). Il presidente di Confindust­ria Toscana nord Andrea Cavicchi spiega che «il tratto comune alle imprese che ce l’hanno fatta è la ripatrimon­ializzazio­ne, oltre che gli investimen­ti decisivi fatti su efficienta­menti e ottimizzaz­ione dell’organizzaz­ione».

Secondo i responsabi­li dello studio il dato più rilevante risiede nelle tendenze positive e costanti delle imprese del tessile. «I livelli generali sono piuttosto bassi ma la reattività delle aziende è nuova e inaspettat­a», ha concluso Enrico Mongatti.

In tutta l’area del nord della regione, infine, i dati aggregati sui ricavi segnano una crescita del +4,97% rispetto allo scorso anno, un andamento che corrispond­e al processo di rafforzame­nto della struttura patrimonia­le delle aziende delle tre province.

 ??  ??
 ??  ?? Il treno fermo, l’accesso ai binari chiuso dai carabinier­i: pochi attimi dopo la tragedia
Il treno fermo, l’accesso ai binari chiuso dai carabinier­i: pochi attimi dopo la tragedia
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy