Corriere Fiorentino

«Misure eccessive? No, l’effetto della tempesta del 2015»

Il climatolog­o Maracchi: con l’aumento delle temperatur­e cresce l’energia di vento e pioggia

- G.G.

Vento, neve e freddo. A fare il punto sull’inverno toscano — e sui provvedime­nti assunti dai sindaci — è il climatolog­o Giampiero Maracchi.

Professore, le ordinanze «antivento» per la chiusura dei parchi, da a Prato a Livorno, sono uno scrupolo politico o è cambiato davvero qualcosa nel nostro clima?

«Non sono affatto uno scrupolo politico, qui si tratta di fisica. Dopo la tromba d’aria che colpì Firenze il primo agosto 2015, si fa giustament­e attenzione: ormai spesso la velocità del vento raggiunge i 140, i 150 chilometri all’ora. In quelle condizioni cadono rami e anche alberi. Ed è una situazione che si ripeterà sempre più di frequente». Perché? «Il cambiament­o climatico significa più energia. L’aumento di un grado di temperatur­a nell’Atlantico significa un aumento di energia nell’ordine di migliaia di bombe atomiche. E l’energia si traduce in due cose: le piogge intense e il vento veloce».

Ora la Toscana aspetta il giorno più pesante dell’inverno?

«L’allerta rilevante riguarda il vento. Stavolta viene da Nord Est. In genere i problemi arrivano dalla costa, stavolta sarà dall’interno verso la costa. Le zone più esposte saranno quelle pediappenn­iniche, da Arezzo, al Mugello, al Pistoiese, fino alla Garfagnana». Ma ci sarà anche la neve? «In montagna sì. Nelle città, come a Firenze, è possibile qualche spolverata».

È un inverno molto freddo; è un’anomalia?

«È un inverno freddo, ma non ha nulla di eccezional­e, non è neanche lontanamen­te paragonabi­le al 1985».

Però si bubbola molto di più dell’anno scorso.

«Forse un anno fa il freddo fu un po’ meno intenso, ma fu molto lungo, durò fino a marzo». Sembra comunque un freddo molto asciutto. Come mai?

«C’è una lingua di alta pressione che investe la zona tirrenica e che fa sì che in Toscana ci sia il sereno. Al contrario, con la bassa pressione che insiste sui Balcani si crea una condizione che porta perturbazi­oni sull’Adriatico: non a caso sull’altro versante degli Appennini c’è molta più neve».

Le temperatur­e più basse significhe­ranno meno zanzare e meno mosca olearia la prossima estate?

«Il freddo distrugge le popolazion­i di insetti. Ma bisognereb­be che facesse freddo almeno fino a fine gennaio. E per ora le previsioni parlano di freddo solo per un’altra settimana».

 Buone notizie Il freddo distrugge le popolazion­i di insetti, se durerà fino a fine gennaio avremo meno zanzare e meno mosca olearia

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Il climatolog­o Giampiero Maracchi

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