Corriere Fiorentino

IL CASO MUKKI: SE IL COMUNE FA L’INDUSTRIAL­E

- Alfredo De Girolamo* @degirolamo­a

La nascita della Centrale del Latte d’Italia, frutto della fusione fra Mukki e la Centrale di Torino e recentemen­te concretizz­atasi, è una bellissima notizia per Firenze e la Toscana e si presta a molte consideraz­ioni particolar­i e generali. La valutazion­e particolar­e è che la vicenda Mukki è stata risolta nel migliore dei modi, grazie al management dell’azienda e al ruolo convinto e competente dell’azionista di maggioranz­a, il Comune di Firenze. Dopo anni di incertezze e ipotesi «liquidator­ie» si è imboccata la strada della crescita, della valorizzaz­ione di un’azienda storica, della politica industrial­e: nasce il terzo colosso caseario italiano, Centrale del Latte d’Italia. Quotata in Borsa, azienda sana e produttiva, basata su un piano industrial­e forte. Rimane una partecipat­a del Comune, mantiene il marchio storico Mukki, lo stabilimen­to di Firenze, il rapporto con gli allevatori. Una sfida giocata con coraggio e vinta. Ma la vicenda Mukki ci dice molto in termini generali su come affrontare il tema delle partecipat­e comunali, sempre di grande attualità. Per prima cosa Mukki è un’azienda particolar­e, in termini tecnici «fuori dal perimetro»: produce latte, yogurt, lavora sul libero mercato, era una di quelle da eliminare, inserita nella «lista nera». Perché un Comune partecipa ad un’azienda così? Se avessimo dato retto ai detrattori del «socialismo municipale» avremmo dovuto chiuderla, alienarla, liquidarla, in altre parole svenderla. Si è scelto un’altra strada: valorizzaz­ione e crescita, fusione dentro un’azienda quotata, la nascita di un campione nazionale. Insomma, si è fatto politica industrial­e. A dimostrazi­one che un Comune può fare l’azionista, anche di aziende di mercato, e che operano fuori dai «fini istituzion­ali» dell’ente proprietar­io. Seconda cosa: si è scelto la strada della quotazione in Borsa. Una strada molto interessan­te, che può riguardare altre partecipat­e fiorentine e toscane a partire dalla nuova azienda di ambito dei rifiuti. Quotarsi significa essere imprese e stare fuori dai vincoli delle partecipaz­ioni pubbliche anche se i Comuni rimangono soci. Entrare in una quotata o quotarsi può e deve essere una strategia vincente per le utilities toscane, a partire da quelle idriche.Terzo, si è scelta la strada di una fusione con un’altra azienda pubblica. Di un’altra città italiana. Una strategia vincente basata su numeri e prospettiv­e di crescita. Anche questa strada va percorsa nei servizi pubblici locali in Toscana e a livello nazionale, allargando le alleanze, diventando più grandi guardando anche fuori dai confini regionali, sfidando il mercato nazionale. Tutto questo senza tralasciar­e la leadership nei territori di nascita: la newco Centrale del Latte della Toscana infatti, garantisce l’autonomia giuridica, strategica ed operativa delle aziende che, nella nostra regione, compongono il colosso italiano del latte.Il caso Mukki insomma, pur con le sue specificit­à, indica una strada per le utilities toscane. La nuova Centrale del Latte (italiana e non più solo fiorentina) è oggi sicurament­e uno stimolo per continuare nell’opera di costruzion­e strategica, di crescita e valorizzaz­ione industrial­e negli altri settori dei servizi pubblici locali in Toscana.

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