Corriere Fiorentino

«I legami del dentista? Qui tutti sapevano»

Gli amici e i vicini dopo l’arresto di Di Cicco: che coraggio a truffarlo. E il broker è un fantasma

- Viola Centi

A Villa Paradiso non risponde nessuno. La residenza di Noretta Maniero, sorella di «Faccia d’Angelo», per tutti Loretta o Lory, è isolata su una collina al confine tra Santa Croce sull’Arno e Fucecchio, recintata da una fitta siepe e circondata da alti cipressi. A pochi chilometri di distanza, a Le Vedute, la casa di Riccardo Di Cicco, ex marito della Maniero, il dentista con lo studio a Fucecchio, che tutti conoscono. Dalle origini umili, figlio di un idraulico, a profession­ista affermato. Tanto che «se andava in giro con una Porsche Cayenne non era nemmeno strano» dicono gli amici. Eppure, quel dentista rinomato che si era guadagnato il rispetto dell’intera città, avrebbe raggirato Felice Maniero, il boss della Mafia del Brenta. «Dove abbia trovato quel coraggio, non me lo so spiegare — racconta chi lo conosce — bisogna averne per fare una cosa del genere, sempre che sia tutto vero. Adesso che è venuta fuori questa storia e lo hanno arrestato, la gente ne parla come un bandito, ma fino a ieri era il dentista di tutti e nessuno si immaginava nulla». Che Di Cicco fosse imparentat­o con Maniero però lo sapevano tutti, a Fucecchio, ma nessuno si azzardava a entrare in argomento. «Era il segreto di Pulcinella. Era rispettato, era considerat­o un buon dentista e basta. Una famiglia normale. Poi se il fratello della moglie era chi era, a noi non importava e nemmeno andavamo a fare domande. Ci trovavamo a cena anni fa, le nostre figlie andavano a scuola insieme, si frequentav­ano. E non ho mai avuto nemmeno paura a mandare la mia bambina a casa loro. Che cosa poteva succedere? Per noi era una famiglia normale».

Ma se Di Cicco è un famoso dentista del centro fucecchies­e, a Santa Croce sull’Arno invece hanno arrestato un fantasma, ovvero Michele Brotini. Il promotore finanziari­o che avrebbe piazzato i soldi sui 17 conti bancari sequestrat­i, e che abita, anche lui, a una manciata di chilometri da Villa Paradiso e casa Di Cicco. Qui però il panorama cambia completame­nte: niente ville, niente parchi immensi recintati da alte siepi, solo cubi di mattoni rossi tutti uguali, con una sfilza di cassette della posta e campanelli. Qui abitava il broker, adesso in carcere. Una delle punte del triangolo che racchiude i segreti del tesoro della Mafia del Brenta è un appartamen­to di poche stanze. Eppure, sarebbe lui la mente che ha fatto sparire i milioni di euro affidati a Di Cicco da Felice Maniero. Un profession­ista con ufficio della SudTirol Bank a Santa Croce, ovviamente chiuso, in centro, una stradina nascosta, ma con tanto di targa esterna e vetrine d’affaccio sulla via. Brotini però è un semisconos­ciuto. «Ce ne sono tanti con quel cognome qui, vai a sapere chi è» commentano nella piazza vicina.

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La casa del broker Michele Brotini a Santa Croce sull’Arno

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