Cascia, una poesia per i volontari della Garfagnana
Un gruppo di toscani cura la cucina di una tendopoli per i terremotati, che li ringraziano in versi
Avendita, con i suoi cento abitanti, è la frazione più popolosa di Cascia. Siamo nella bassa Umbria, a pochi chilometri da Norcia. Gli episodi sismici degli ultimi mesi hanno reso gran parte delle abitazioni inagibili ma più di sessanta persone hanno deciso di restare qui. Nonostante le scosse — ultima quella di mercoledì — tornino a fare paura. «È gente con uno spirito eccezionale, somigliano a noi montanari della Garfagnana, sanno riprendersi ogni volta». A parlare è Massimo Turri, presidente della sezione Garfagnana dell’Anai (Associazione Nazionale Autieri d’Italia), che insieme ad altri sette volontari manda avanti, dall’8 novembre scorso, la mensa della piccola tendopoli di Avendita. Domenica, però, se ne andranno: in questi giorni verranno consegnati alle famiglie nuovi moduli abitativi, e per mangiare ci sarà un servizio di catering. Il legame che si è formato tra l’Anai della Garfagnana e gli avenditesi è però fortissimo. A dimostrarlo sono le frasi scritte sul tendone della mensa, dove campeggia una lunga poesia dedicata alla Garfagnana. È una «pasquarella», tipico canto popolare di queste parti.
«Lasciare la famiglia e il lavoro in Toscana non è stato facile — ammette Massimo — ma qui ci siamo sentiti a casa, e il pensiero di andarcene ci fa stare male. Ci siamo già messi d’accordo con gli avenditesi: a settembre verranno da noi in Garfagnana». Le difficoltà non sono mancate: hanno dovuto fronteggiare il freddo, la neve («qualche giorno fa siamo rimasti svegli tutta la notte a spalare e controllare che i riscaldamenti non si rompessero e le tende non collassassero»), la preoccupazione di nuove scosse. Ma più che i disagi, amano ricordare i momenti speciali, come il cenone di Natale preparato tutti insieme o gli aiuti ricevuti dalle altre forze di protezione civile passate di qui, o ancora qui. Tra questi i nuclei toscani delle Misericordie, le cui tende sono a Cascia città, ai piedi del centro storico, divenuto in gran parte zona rossa.
La cucina messa in piedi dalla sezione Garfagnana dell’Associazione nazionale Autieri d’Italia A destra, la poesia degli abitanti per i volontari Sono arrivati il 30 ottobre e anche loro, domenica, se ne andranno. Ogni giorno cucinano circa 500 pasti, ma con le scosse di mercoledì i pranzi e le cene da preparare sono quasi raddoppiati, perché chi era rientrato a casa è tornato a dormire fuori, nelle roulotte.
«In tanti vorrebbero che rimanessimo, la nostra presenza per queste persone è rassicurante — spiega Fulvio Barbagallo, della Misericordia di Lastra a Signa — e di sorrisi ne hanno bisogno, soprattutto ora». Ai fornelli troviamo anche un gruppo di contradaioli senesi della Tartuca: sono volontari, e ogni quattro giorni si alternano con altri senesi di altre contrade. Oggi arriveranno quelli della Selva. L’ultimo cambio, prima che il campo venga smantellato.