Affitti a Boboli, lo sfratto di Schmidt
Il direttore: gestirò io alcune case della Soprintendenza, un terzo saranno trasformate in laboratori
Un terzo delle case affittate a basso canone a Pitti e Boboli, e finite nell’inchiesta della Corte dei conti, dovranno essere lasciate dagli inquilini. Lo annuncia il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt: servono per completare il nuovo percorso del Corridoio Vasariano.
Il regolamento del ministro Dario Franceschini arriverà entro un mese. Ma stanno per arrivare due rivoluzioni per gli affitti a canoni fuori mercato di Pitti, Boboli e delle Ville Medicee, al centro dell’inchiesta della Guardia di finanza che ipotizza 3 milioni di euro di danni erariali. Passeranno di competenza, tutti: una ventina (nelle Ville Medicee) alla Soprintendenza Regionale, che sarà chiamata ad applicare le nuove regole del ministero dei Beni culturali. Gli altri invece andranno sotto le Gallerie degli Uffizi, ora guidate da Eike Schmidt. Ma per un terzo di questi ultimi appartamenti, la fine è segnata: dovranno essere liberati per far posto alle uscite di sicurezza del «nuovo» Corridoio Vasariano. Ed altri ancora, quelli dentro Palazzo Pitti, sono ormai incompatibili con il percorso museale.
A fare il quadro di quello che sarà, soprattutto a Pitti ed al Giardino di Boboli, è lo stesso Schmidt. Riesce a rispondere tra un volo e l’altro, fuori per lavoro (a New York).
«La competenza di questi appartamenti passa a me — conferma Schmidt — esattamente come per il piazzale di Pitti, che mi doveva essere consegnato, ma ancora non è avvenuto. Fino ad ora, la gestione era nelle mani della sovrintendenza». Sarà quindi il direttore delle Gallerie degli Uffizi a gestire la patata bollente dei possibili aumenti dei canoni e delle assegnazioni.
«Ho già richiesto l’affidamento di questi spazi, come previsto dal decreto ministeriale di 10 mesi fa. Mi auguro che gli appartamenti mi siano consegnati presto. Tranne quelli delle Ville medicee, una ventina, che verranno consegnati a al Polo regionale della soprintendenza». Poi, la novità. «Una delle necessità più importanti, nell’ambito della ricostruzione per l’apertura del Vasariano e l’apertura museale di palazzo Pitti, è che almeno un terzo di questi appartamenti dovranno essere trasformati in uffici, laboratori, depositi e uscite di sicurezza. Anche per spostare i depositi da Palazzo Pitti per aprire lo spazio del Tesoro dei Granduchi, ex museo degli Argenti. Poi c’è la necessità di ampliare gli spazi per i restauri». Insomma quello che non sono riusciti a fare anni di polemiche, lo potranno fare i lavori di messa in sicurezza del Vasariano e l’espansione degli spazi museali a Pitti. A «cadere» saranno tutti gli appartamenti di Palazzo Pitti «ma sono pochi: non sono più in linea con la legge sulla sicurezza. Non ci si potrebbe cucinare, non si possono avere visitatori di sera».
E via anche quelli dietro la Grotta del Buontalenti, «Le Cacce», una decina in tutto, «dove abbiamo già un deposito laboratorio di restauro, e dove arriva il Corridoio Vasariano: vanno liberati completamente» annuncia Schmidt.