Dopo le intimidazioni Bacci finisce sotto tutela
Scatta il programma di tutela per Andrea Bacci dopo gli spari contro la sua auto e la sua azienda. Lo ha deciso il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Alessio Giuffrida. La richiesta era partita dallo stesso da Bacci.
Dopo le intimidazioni, scatta il programma di tutela per Andrea Bacci (foto). Lo ha deciso ieri pomeriggio il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Alessio Giuffrida. Da ieri è stata quindi disposta la tutela che era stata richiesta da Bacci, imprenditore fiorentino amico dei Renzi e presidente della Lucchese calcio. Tutto inizia il 23 gennaio, a Scandicci. In pieno giorno, tre colpi di pistola vengono esplosi contro la ditta Ab Florence, pelletteria che capo ad Andrea Bacci. Due proiettili raggiungono la Mercedes dell’imprenditore posteggiata davanti la ditta, un terzo va a conficcarsi contro la vetrata della reception, a una manciata di centimetri da una centralinista. Le telecamere di sicurezza della ditta in via delle Nazioni Unite, riprendono due persone travisate. Le immagini rivelano che ad entrare in azione sono due uomini: uno armato di pistola e l’altro, pare, con un bastone. Ma le immagini non sono poi così nitide. Ecco perché in queste ore gli investigatori — coordinati dai sostituti procuratori Luca Turco e Christine Von Borries — stanno analizzando le telecamere della zona: sembra però che quelle del Comune di Scandicci non fossero in funzione. Quando tutto sembrava finito, la notte tra il 23 e il 24 gennaio la storia si ripete. Qualcuno esplode sei colpi di arma da fuoco contro l’insegna della ditta. Questa volta però la telecamera non riprende l’autore. Chi ha sparato lo ha fatto da dietro la siepe che costeggia la pelletteria. Un’intimidazione tipica della criminalità organizzata, come quella della camorra. Intanto le indagini degli inquirenti vanno avanti. Non si esclude alcuna pista, ma ci si concentra su un presunto debito di diverse migliaia di euro. Gli inquirenti stanno cercando di capire se quel debito sia legato a un contratto economico siglato dalle aziende di Bacci o se qualcuno possa aver rilevato quel debito per poi esigerne la restituzione. L’imprenditore ha parlato di tentativo di estorsione ma ha negato che di essere stato minacciato. Sono 9i colpi esplosi nel piazzale della ditta: alcune ogive sono state repertate.