Il prof che smonta le bugie sul web «Chi non sa di cosa parla stia zitto»
Burioni: lo faccio per mia figlia di 5 anni. La legge toscana? È responsabilità
«Io non so pilotare un aereo, quindi non posso mettermi a discutere con un pilota se la manovra di atterraggio è giusta o no. Allo stesso modo chi non sa nulla di vaccini non può pensare di discutere alla pari con chi li studia da una vita». Roberto Burioni, medico e professore ordinario di virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, è diventato una star del web: fa divulgazione scientifica su Facebook per spiegare agli utenti l’utilità dei vaccini e per stroncare le posizioni antivacciniste. I suoi toni risoluti attirano ammiratori e detrattori. Come quando ha scritto che «la scienza non è democratica» o ha accompagnato il suo saggio Il vaccino non è un’opinione col sottotitolo «Le vaccinazioni spiegate a chi proprio non le vuol capire».
Qualche giorno fa Paolo Mieli sul Corriere della Sera ha difeso il suo lavoro di divulgazione. Ma ha anche avanzato un dubbio: «Chi ha a cuore la battaglia per le vaccinazioni deve sapersi misurare e soprattutto saper convincere anche chi non ha studiato. Altrimenti la battaglia è persa in partenza».
Professor Burioni, lei cosa ne pensa?
«Paolo Mieli ha ragione da vendere. Se la gente non capisce la colpa è mia: io conosco la materia, quindi devo essere convincente, chiaro e devo parlare a tutti. Allo stesso tempo, però, dobbiamo anche stabilire un concetto: non si può discutere di qualcosa senza una base culturale. Può indispettire, me ne rendo conto, ma è la verità».
Ma la scienza, per sua definizione, non è contraria alle verità assolute?
«Certo, ma ormai siamo arrivati al punto in cui uno si alza la mattina e dice che suo cugino che lavora all’Asl gli ha raccontato che i vaccini fanno cadere i capelli… Ci vuole rigore!».
Prendiamo l’emergenza toscana, il caso del vaccino contro il meningococco C: l’esperienza ha insegnato che non è efficace su tutti, che c’è un margine di errore.
«La scienza sbaglia e si corregge, ma le verità parziali sono comunque utili: il vaccino contro il meningococco C sarà inefficace sul 5 per cento delle persone, ma con la vaccinazione in otto anni in Inghilterra sono passati da 1.500 casi all’anno a 14, in Olanda in quattro anni da 276 a 4».
La scienza è al servizio degli interessi economici delle case farmaceutiche?
«Le case farmaceutiche ci guadagnano, ma il fatturato 2015 dei vaccini in Italia è 318 milioni. Quello di una sola malattia per cui non c’è vaccino, l’epatite C, è di un miliardo e 700 milioni. A conti fatti, il presunto complotto mondiale riguarderebbe l’1,4 per cento della spesa farmaceutica. In realtà, gli interessi ci sono sul fronte dei medici avvoltoi: dietro la balla “tuo figlio è diventato autistico per colpa del vaccino”, c’è la seconda balla: “io curo tuo figlio”».
La giunta regionale toscana ha approvato, e ora dovrà passare in Consiglio, la legge che obbligherà i genitori a vaccinare i figli per poterli iscrivere all’asilo nido e alla materna. È d’accordo?
«Qui entriamo in un campo politico. Se dico che il vaccino non causa l’autismo dico una verità scientifica. Se invece parliamo di obbligatorietà dei vaccini entriamo nel campo delle opinioni politiche, dove ciascuno ha diritto di avere la sua. La mia personale è che la vaccinazione protegge la salute dell’individuo ma è anche un atto di responsabilità sociale, esattamente come guidare con prudenza. La percentuale di non vaccinati sta drammaticamente crescendo. E se non fermiamo questa tendenza ci troveremo tra poco a rivedere malattie che fortunatamente ci siamo dimenticati. Per questo sono d’accordo con la legge della Regione Toscana».
Professore, dica la verità: chi gliel’ha fatto fare di tuffarsi nell’arena dei social network?
«Lo faccio perché ho una bimba di 5 anni e non voglio che cresca in un mondo in cui la bugia pericolosa ha la stessa dignità della verità».
Su Facebook sono molte le accuse che le vengono rivolte dai suoi detrattori. Quale l’ha colpita di più?
«Uno mi ha dato dell’alieno (ride, ndr). Dice che vengo da Alpha Draconis. E che si vede dalla faccia».
Mi ricoprono di accuse Qualcuno mi ha anche dato dell’alieno, dice che si vede dalla faccia