Fu una strage, non una fatalità
Prima sentenza per i 32 morti alla stazione di Viareggio: sette anni a Moretti ed Elia
Il treno carico di gpl che deragliò ed esplose a due passi dalla stazione di Viareggio, passando a 90 chilometri l’ora sui binari, non fu una fatalità. Quasi otto anni e 145 udienze dopo arriva la sentenza di primo grado per la strage ferroviaria del 29 giugno 2009 che costò la vita a 32 persone: condanna per 23 dei 33 imputati.
Il treno cisterna carico di gpl che deragliò ed esplose a due passi dalla stazione di Viareggio, passando a 90 chilometri l’ora sui binari che scorrevano accanto alle case, non fu una fatalità. Quasi otto anni e 145 udienze dopo — a un passo dalla prescrizione che scatterà a giorni per alcuni reati — è arrivata la sentenza di primo grado per la strage ferroviaria che il 29 giugno 2009 costò la vita a 32 persone: condanna per 23 dei 33 imputati per disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio e lesioni colpose, anche se le pene sono state dimezzate rispetto alle richieste della Procura. Sette anni per Mauro Moretti (che non si è mai presentato in aula) all’epoca ad di Ferrovie dello Stato, e ora alla guida di Leonardo (ex Finmeccanica). Ieri sera il Cda presieduto da Gianni De Gennaro — con il titolo in Borsa che dopo la sentenza ha chiuso con un calo del 2,3% — ha comunque confermato all’unanimità la fiducia a Moretti.
Per lui i pm avevano chiesto 16 anni ma il collegio presieduto dal giudice Gerardo Boragine (giudici a latere Nadia Genovesi e Valeria Marino) ha circoscritto la condanna al periodo in cui Moretti era amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, la società del gruppo che si occupa di Infrastrutture, mentre è stato assolto in quanto amministratore di Ferrovie dello Stato.
«Sentenza scandalosa che trasuda populismo», il commento stizzito dell’avvocato Armando D’Apote subito dopo la lettura del giudice prima di eclissarsi. «È stato condannato un sistema, è la prima volta che vengono condannati tutti. Ora si eviti la prescrizione» le prima parole di Daniela Rombi, madre di Emanuela morta a 21 anni dopo 41 giorni di agonia.
«È una sentenza importante anche per il futuro della sicurezza in Italia. E speriamo che serva ad evitare altre tragedie come questa » è il commento del nuovo procuratore capo di Lucca Pietro Suchan, accanto ai sostituti Giuseppe Amodeo e Salvatore Giannino che, insieme alla squadra della polizia ferroviaria, in questi anni non si sono risparmiati. Avevano chiesto una somma di 260 anni di reclusione per gli imputati nel corso della requisitoria. «È stata una fatica immensa mettere in piedi questo processo — dice il pm Amodeo — ma con questa sentenza si riconosce un principio importante: che la sicurezza e i controlli sulle merci pericolose non ci sono. Fino alla tragedia di Viareggio nessuno aveva mai parlato dei treni che viaggiano a 90 chilometri praticamente dentro i cortili delle case». Arriva anche l’ex procuratore capo, ora in pensione, Aldo Cicala che ha gestito i primi passi dell’inchiesta e del processo.
Insieme a Moretti sono stati condannati a 7 anni e 6 mesi anche Michele Mario Elia (nel 2009 ad di Rete ferroviaria italiana che in quell’incarico subentrò quando Moretti passò a Ferrovie dello Stato) e Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia e di Fs Logistica. Dieci le persone assolte, per non aver commesso il fatto, e 3 su 9 le società che escono «pulite», tra queste anche Ferrovie dello Stato e Fs Logistica, mentre sono state condannate Rfi e Trenitalia a pagare una sanzione di 700 mila euro.
Le pene più pesanti sono per i responsabili della Gatx Rail, la società tedesca che aveva affittato a Fs i 14 carri cisterna che deragliarono e alla società manutentrice del carro, la Jugenthal. Nove anni e sei mesi per l’amministratore di Gatx Rail Germania e per il responsabile sistemi manutenzione. Sette anni per Mario Castaldo (Cargo Fs), sei anni e sei mesi per Daniele Gobbi Frattini e Paolo Pizzadini di Cima Riparazioni e per Giulio Margarita (Rfi) ed Emilio Maestrini (Trenitalia). Sei anni, infine, per Giovanni Costa (ex Rfi), Giorgio Di Marco (ex Rfi), Salvatore Andronico (Trenitalia), Enzo Marzilli (Rfi), Francesco Favo (Rfi) e Alvaro Fumi (Rfi).
Importanti anche le sanzioni: 700 mila euro per Trenitalia e Rfi e 480 mila per le società tedesche. Riconosciute provvisionali da 30 mila euro a 1 milione per i familiari e le altre parti civili. La cifra più alta è per Leonardo, il figlio sopravvissuto di Marco Piagentini.
Regione Toscana e Provincia di Lucca sono gli unici enti che si sono costituiti parte civile senza accettare i risarcimenti. «Per questo motivo non potevo non essere qui», dice il consigliere regionale toscano del Pd Stefano Baccelli che accompagna il Gonfalone della Regione al processo. Baccelli il 29 giugno 2009 era presidente della Provincia di Lucca: «Pensare che quando venni sentito dai giudici uno degli avvocati di Moretti mi contestò in malo modo l’utilizzo della parola strage...». In aula arrivano il presidente della Provincia di Lucca Luca Menesini e i sindaci di Lucca e Viareggio, Alessandro Tambellini e Giorgio Del Ghingaro, entrambi con i Gonfaloni. «Sentenza chiara — dice Del Ghingaro — Questa giornata servirà anche a rimarginare le ferite di un’intera comunità, della città di Viareggio e dei familiari delle vittime perché si distinguono chiaramente quelli che sono stati i responsabili».
Dopo la sentenza Il legale del numero uno dell’ex Finmeccanica «Scandalosa, populista» I familiari delle vittime «Gli imputati rinuncino alla prescrizione»