I tempi del verdetto, lo spettro della prescrizione «La legge è impantanata»
David Ermini (responsabile giustizia del Pd): Renzi voleva la fiducia, poi gli alt di Alfano e Verdini
Dopo sette anni, sette mesi e due giorni, c’è una sentenza sulla strage di Viareggio. Il tribunale di Lucca ha inflitto condanne e assoluzioni per quell’esplosione che trasformò, la notte del 29 giugno 2009, la stazione ferroviaria in un inferno, ma il tempo continua a correre. E la prescrizione a fine febbraio si abbatterà come una scure su alcuni reati prima che la sentenza diventi definitiva. Né i giudici d’appello né la Corte di Cassazione potranno pronunciarsi sulle accuse di incendio e lesioni colpose.
A lungo Daniela Rombi, il presidente della onlus «Il mondo che vorrei» ha sollecitato una legge contro la prescrizione dei reati del processo sulla strage. Ma il suo appello è caduto nel vuoto. Il disegno di legge sulla giustizia, approvato dalla camera ad agosto, da mesi arenato al Senato. La maggioranza ha iniziato a scricchiolare proprio sulla riforma della prescrizione. Prima lo stop dell’ex ministro dell’interno Angelino Alfano, poi il passo indietro del senatore Ala Denis Verdini, «salvato» dalla prescrizione nel procedimento sulla ex scuola Marescialli e a Firenze ancora a processo per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino.
«La riforma non è più rinviabile — dice David Ermini, responsabile giustizia Pd — Nel disegno di legge, la prescrizione si ferma per due anni dopo la condanna di primo grado e per un anno dopo la sentenza d’appello.
Purtroppo, quando sarà approvata, la legge avrà solo un valore simbolico per i fatti di Viareggio: non è retroattiva». La questione è importante: «Su quella riforma — prosegue Ermini — l’ex premier voleva porre la questione di fiducia e anche il ministro della giustizia Andrea Orlando non ha fatto mistero di voler arrivare alla sua approvazione entro la fine della legislatura».
«Se fosse stata approvata definitivamente la riforma del processo penale, non ci sarebbe per il futuro il rischio della prescrizione nei casi come quello della strage di Viareggio — dice Donatella Ferranti la presidente della commissione giustizia di Montecitorio — Quella proposta supera completamente la ex Cirielli, cancellando la possibilità che un reato condannato in primo grado sia prescritto nei gradi successivi».
E aggiunge: «Di fronte alla gravità dei fatti di Viareggio i magistrati di Lucca hanno svolto un grande lavoro, la sentenza assicura alle parti civili una risposta importante e il diritto ai risarcimenti. Ma non è accettabile il rischio di veder sfumare un processo, nel quale l’impegno dello Stato ha portato a un primo grado di giudizio».
Incalza la senatrice Sinistra Italiana, Alessia Petraglia: «C’è ancora un pezzo di strada da fare per cercare di garantire chiarezza e giustizia: per evitare che venga approvato un emendamento che blocca la prescrizione, la riforma della giustizia è ferma in Senato».