Colpo alla banda degli anarchici Vertici arrestati, due sono donne
Trentacinque indagati. Il gip: associazione a delinquere per l’ideologia. Sgomberata Villa Panico
Chi comanda, adesso, sono le donne. Sono loro, dice il giudice Fabio Frangini che ne ha disposto gli arresti, a decidere mosse e movimenti dei gruppi anarchici fiorentini: Carlotta Casucci e Filomena Della Pietra — i due «punti di riferimento» — sono finite ai domiciliari assieme a Michele Lai. Gli investigatori della Digos, coordinati dal procuratore Giuseppe Creazzo e dal sostituto Filippo Focardi, hanno disposto anche sette obblighi di firma nei confronti di altrettanti anarchici. Per loro è scattata l’accusa di aver costituito «un’associazione a delinquere nata per affermare la propria ideologia». In totale sono 35 gli indagati: tutti sono accusati, a vario titolo, di violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, danneggiamenti di sedi politiche, edifici del centro storico cittadino, automezzi delle forze dell’ordine e di soccorso, porto di armi improprie, detenzione e trasporto di materiale esplodente, violenza privata nei confronti di cittadini, fino alla rapina impropria. Si pensava che tutti fossero lì, a Villa Panico, che ieri è stata sgomberata e poi sequestrata. E invece no: gli anarchici erano andati via.
Al centro delle indagini alcuni episodi ben precisi: l’irruzione del 14 gennaio 2016 nella sede di CasaPound di via D’Annunzio; l’esplosione di una bomba carta davanti alla sede di CasaPound dello scorso 3 febbraio (che ricorda molto quella avvenuta la notte di Capodanno alla libreria Il Bargello); violenza e resistenza a pubblici ufficiali nel corso di una manifestazione «non preavvisata» in piazza Ghiberti contro la presenza di militari nelle città, del 4 febbraio 2016; lo scontro tra anarchici e forze dell’ordine del 21 aprile 2016, in seguito a un controllo: ci furono 8 feriti tra polizia e carabinieri, qualche ora dopo quattro molotov furono lanciate contro la caserma di Rovezzano (su queste le indagini sono ancora in corso); gli imbrattamenti dei muri nella zona di Santo Spirito il 25 aprile 2016, quando «la manifestazione antifascista autorizzata» diventò una «scusa» per gli anarchici che poi scrissero frasi offensive. In quell’occasione un uomo fu aggredito per aver protestato contro lo scempio su quei muri.
«Abbiamo individuato un sodalizio criminale il cui modus operandi prevedeva effettuazione pianificata di reati, commessi anche a latere di legittime manifestazioni», spiega il procuratore Creazzo. Dice il gip: «Il complesso delle indagini ha consentito di accertare che i soggetti sono stabilmente inseriti nel gruppo anarchico che ha le proprie sedi in due stabili occupati: La Riottosa al Galluzzo e Villa Panico a San Salvi Gli indagati sono arrivati gli uomini dell’antiterrorismo e i cani specializzati nella ricerca di esplosivo.
«Hanno estirpato un cancro», si sfogano i dipendenti de «La Tinaia» (la struttura sanitaria che si trova di fronte a Villa Panico) mentre, durante la pausa caffè, assistono al continuo passaggio di poliziotti e carabinieri. «Questo era diventato un posto pericoloso — raccontano — e molti di noi avevano preso l’abitudine di parcheggiare l’auto o il motorino il più vicino possibile all’uscita per evitare di avere contatti con quella gente che, più di una volta, ci ha pure minacciato». Per mettere a segno il blitz, ieri mattina, le forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa hanno bloccato tutte le strade di accesso all’ex manicomio, comprese quelle che danno sullo studentato universitario Dino Campana e sul parco di via del Mezzetta al cui centro c’è l’edificio pericolante sono responsabili di reati collegati dall’unico filo conduttore dell’ideologia politica». A corroborare le ordinanze di custodia cautelare (una è stata respinta dal gip), intercettazioni, filmati e riprese da telecamere di sicurezza. Oltre a scambi di informazioni con varie questure d’Italia. Gli inquirenti sono riusciti a ricostruire anche chi gestiva una «cassa comune» per il finanziamento delle azioni e delle spese legali conseguenti e di una «biblioteca comune» come luogo di incontro. A ogni blitz, la rivendicazione di ciascun atto con la «firma del gruppo» sui muri.
Creazzo spiega che le indagini non riguardano l’esplosione della bomba in via Leonardo da Vinci che la mattina di Capodanno ha provocato il ferimento grave di un artificiere della polizia: le richieste di misure restrittive sono state presentate al gip prima dell’episodio. «Un sentito ringraziamento alla Procura e alle forze dell’ordine. C’è stato il ripristino della legalità a San Salvi, tema più volte sollecitato dall’amministrazione», afferma il sindaco Dario Nardella. Per il coordinatore fiorentino di Forza Italia Marco Stella «Palazzo Vecchio dovrebbe anche sgomberare gli oltre 70 edifici ancora occupati». E anche il consigliere regionale di Fdi Giovanni Donzelli chiede «maggior durezza da parte delle istituzioni locali».