Parrini scrive a Rossi: sei tornato dalemiano Lui: non cerco scissioni
«Purtroppo sei tornato dalemiano e stai rinfocolando le divisioni». Il mittente della «letterina» è il segretario regionale del Pd, Dario Parrini. Il destinatario è il governatore toscano — e candidato alla segreteria nazionale del partito — Enrico Rossi. Le schermaglie erano iniziate lunedì, con Parrini che aveva lanciato il monito («spenda meno in comunicazione e di più per il sociale») e Rossi che si era irrigidito («a certe cretinate preferisco non rispondere»). Ieri, nella sfida lanciata dal governatore a Renzi, il segretario regionale del Pd si affida a Facebook per la sua «letterina»: «Caro Enrico, (…) dividere fa male. La tua candidatura a segretario è del tutto legittima. Ti invitiamo però a coltivarla con più equilibrio e responsabilità, pensando ai tanti progetti importanti per la Toscana per i quali nel 2015 abbiamo tutti lealmente appoggiato la tua ricandidatura». Un’uscita che segue l’annuncio, arrivato lunedì da parte dei consiglieri regionali renziani, di una proposta di legge per sottrarre quattro milioni che il governatore ha destinato alla comunicazione e dirottarli sul reddito di solidarietà per gli svantaggiati. A fare eco a Parrini, il vice segretario Antonio Mazzeo: «A noi mica preoccupa la sua candidatura — spiega — Il problema vero è il linguaggio. Quando Rossi ha parlato del nostro come di un “partito di potenti” nella nostra base si è scatenata la reazione di persone che chiedevano: “ma chi governa la Regione da 20 anni?”». Il governatore, che chiede di anticipare il congresso del Pd (fissato per la fine del 2017) ma non le elezioni politiche, risponde indirettamente a Parrini e Mazzeo: «Non lancio ultimatum o minacce di scissione — dice a Intelligonews — condivido la petizione di Michele Emiliano per la convocazione del congresso, ma non credo ad una santa alleanza contro Matteo Renzi». Per Rossi nessuna ipotesi di aderire a una possibile scissione, la sua partita si gioca dentro il Pd: «Io resto in campo, non faccio passi indietro in favore di nessuno, Emiliano compreso — spiega — La mia è una piattaforma socialista e di sinistra, cui non intendo rinunciare».