Zanardi, una lezione di vita. A Careggi
Il campione paralimpico nell’aula magna: «Lo sport aiuta ad andare avanti»
«Lo sport paralimpico aiuta a superare i momenti di difficoltà. Non fosse altro che quando ti ritrovi sulla linea di partenza di una gara e ti lamenti perché ti manca una gamba, c’è sempre qualcuno che ti risponde che gli è andata peggio e che a lui ne mancano due».
Alex Zanardi è intervenuto ieri al convegno «Verso Tokyo 2020: progettare lo sport paralimpico», che si è tenuto all’aula magna di Careggi. L’atleta, alla presenza dell’assessore allo sport di Palazzo Vecchio, Andrea Vannucci, e del direttore generale di Careggi, Monica Calamai, ha raccontato a una platea di studenti e disabili che «lo sport può essere un’ottima opportunità per tutti coloro che nella vita si sono dovuti trovare a fare i conti con una disabilità, molto spesso imprevista. Sono cose che uno mai si augura di dover affrontare nel corso del proprio cammino, però poi accadono. E alla fine bisogna anche avere la capacità di capire che cos’è rimasto nella borsa degli attrezzi e di che cosa possiamo usare per andare avanti». È una questione di prospettiva, secondo Zanardi: «Prendiamo Usain Bolt: pur essendo il più veloce uomo al mondo nella corsa, se la maggioranza degli uomini potesse volare, si sentirebbe un disabile. Quindi noi ci senPalazzo tiamo disabili perché guardiamo chi ci sta di fianco, che nella borsa degli attrezzi ha qualche cosa in più rispetto a noi».
Lo sport, secondo il campione di automobilismo e di handbike, può fare molto. Anche grazie a ambasciatori come lui, come Bebe Vio: «Penso al datore di lavoro che fa un colloquio con un disabile; le storie come la mia aiutano a superare i luoghi comuni, l’idea che il disabile non ce la possa fare a superare il minimo ostacolo. Le storie come la mia ti insegnano che la domanda che devi porti è solo una: la persona che ho di fronte sarà in grado o no di fare questa determinata cosa? Tutto qua. Senza pregiudizi».